Italia non fermarti
Penultimo impegno degli azzurri, il c.t. sperimenta e tiene alta la tensione Mancini in Bosnia insegue la 10ª vittoria di fila «Sarà una bella partita contro un’ottima squadra A volte giocano al 50%, con noi sempre al 200»
ZENICA Di che materiale è fatta davvero l’italia di Mancini? I seggiolini del piccolo stadio Bilino Polje formano la scritta Celik, che vuol dire acciaio ed è il nome della squadra locale, nel caso qualcuno non conosca l’attività principale di Zenica, cittadina industriale a 70 chilometri da Sarajevo. La qualificazione azzurra all’europeo è già ampiamente assicurata, mancano 2 punti da fare in 2 partite (lunedì c’è l’armenia a Palermo) per la certezza del ruolo di testa di serie nel sorteggio del 30 novembre. E per giunta la Bosnia non ha più speranze di qualificarsi, perché alle 18 la Finlandia terminerà il suo capolavoro contro il Liechtenstein, arrivando seconda: a Pjanic, Dzeko e soci restano i rimpianti e lo spareggio di marzo (da vincitori del loro gruppo di Nations League) per arrivare comunque all’europeo.
«Nessuno ha niente da perdere, per cui tutte e due le squadre giocheranno per vincere e verrà fuori una bella partita — spiega il Mancio, a caccia della 10ª vittoria di fila, dopo aver eguagliato il record di Vittorio Pozzo a 9 —. Qui nessuno ha mai vinto (in realtà sì: Cipro 5 anni fa ndr) e vogliamo riuscirci noi. Al di là della classifica, è una partita importante, perché dobbiamo migliorare come squadra e per farlo ci serve una partita solida. Sarà un bel test anche per qualche giovane».
La sensazione diffusa è che quest’italia abbia affrontato fin qui avversari troppo modesti per capire il proprio reale valore. Colpa anche della Bosnia, che ha perso in Armenia, Finlandia e Grecia, oltre che a Torino: «Hanno calciatori bravi, sono più forti della Finlandia, ma a volte giocano al 50% delle loro potenzialità — osserva il c.t. azzurro — con noi però vanno al 200%, come hanno dimostrato all’andata. Ci interessa vincere per chiudere il discorso sulle teste di serie, per il ranking Fifa e per vedere sempre l’atteggiamento giusto: all’andata era stata una partita dura, che abbiamo voluto vincere».
In attesa di vedere se davvero un impianto da appena 15600 posti può diventare una bolgia (il campo più corto e stretto di tre metri può aiutare nell’intento) Mancini battezza Belotti centravanti e ha due dubbi: il primo è sulla fascia destra in difesa, dove Florenzi, Izzo (e Di Lorenzo) si giocano il posto, in un ruolo che prevede una copertura da terzo centrale quando Palmieri attacca a fondo sulla sinistra. Il secondo riguarda i due baby fenomeni Zaniolo e Tonali, col giocatore del Brescia che pare favorito: con Verratti assente può fare lui il secondo play (e il mediano di rottura) assieme a Jorginho, liberando l’incursore Barella. Se toccherà a Zaniolo, invece, sarà il romanista ad avere compiti più vicino all’area avversaria.
Il ballottaggio è interessante anche in chiave Europeo, perché a centrocampo la concorrenza è tanta e di qualità: «Penso che Zaniolo sia un centrocampista anche se è tanto tempo che fa un ruolo diverso nella Roma, più da esterno — spiega Mancini — e proprio da questo nasce il dubbio». E forse anche dall’occasione unica, visto che in campionato lotta per la salvezza, di vedere Tonali in una partita internazionale non banale: «A volte sottovalutiamo gli avversari ed è per colpa nostra se non siamo ancora qualificati — chiosa il romanista Dzeko —. Sicuramente non lo faremo con l’italia». Ma qui le porte dell’allenamento pre partita sono piene di ruggine e nell’aria si sente l’odore pungente delle fabbriche: l’acciaio si può anche lasciare agli altri, a Mancini serve un metallo più prezioso.