Riportare gli arbitri al livello europeo
Allenatori, giocatori e arbitri a lezione, Rizzoli in cattedra. Ed è stato Rizzoli a tenere con lucidità una lezione tecnica in grado di rispiegare le indicazioni dell’ifab, emesse in estate, e sottovalutate, allora, per gli effetti negativi sul gioco. Visti i dati dopo 12 giornate di serie A è stato urgente dare direttive più sensate e meno penalizzanti per i difensori per quanto riguarda i tocchi di mano in area di rigore. Un atto di coraggio e di protezione degli arbitri, costretti a capovolgere metri di giudizio consolidati. Una ventata di cervellotica severità che ha coinvolto giocatori e allenatori, con dati di provvedimenti disciplinari molto più alti, come mostrato da Rizzoli, rispetto al recente passato. Stendiamo così un velo pietoso sui rigori, mani e contatti inventati, concessi da arbitri in preda al panico tecnico. E lasciamo perdere le acrobazie interpretative per dare un senso alla mancata ripetizione del calcio di rigore di Lazio-lecce. Anche il plateale richiamo, al momento del rigore, dell’arbitro al portiere per la posizione sulla linea di porta va inserito nei provvedimenti vessatori, che un arbitro sicuro dovrebbe comunicare a distanza. Una sterzata quella di Rizzoli che ha l’obiettivo di far risalire il modo di arbitrare italiano al livello di quello europeo dopo mesi di deriva da ultimi in classifica. Ultimi perché le altre associazioni avevano colto le novità estive dell’ifab con molta cautela; calcio inglese per primo. Di conseguenza anche la Var è stata discussa; spero solo che l’aia riesca a mantenere la promessa di far conoscere i colloqui tra arbitro e Var nei momenti cruciali per poter togliere i dubbi residui sull’arbitraggio a due. Riconosciamo almeno che con la tecnologia questi arbitri hanno perso molto della loro presunzione.
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