Corriere della Sera

Calenda: «Ecco il mio partito: noi mai con i populisti»

L’ex ministro: dal Pd un silenzio ostile. Renzi? Prende le distanze dal governo ma poi vota tutto

- Monica Guerzoni

ROMA «Io faccio sempre quello che dico».

Il partito di Carlo Calenda? Detto, fatto.

«Azione, il debutto è andato benissimo. Diecimila tessere a 10 euro in poche ore il doppio di quante ne ha fatte +Europa in un anno. Stiamo crescendo e la gente mette anche 20, 25 euro».

L’asticella del 10 per cento dei voti non è altina?

«Siamo l’unica offerta che dica né con i populisti, né con i sovranisti».

Ci sarebbe Renzi.

«Non gli pestiamo i piedi, perché lui è l’autore di questo governo. Prende distanze, ma vota sempre tutto».

A chi vi ispirate?

«A Sturzo e al Partito d’azione. È ora di essere combattivi al fianco di persone come Walter Ricciardi, massimo esperto di sanità, Stefano Allievi, grande studioso dell’immigrazio­ne, o Francesco Italia, sindaco di Siracusa».

Reazioni dal Pd?

«Zero. L’unico messaggio me lo ha mandato Gianni Cuperlo, un signore».

Zingaretti e Gentiloni?

«Niente. Non so perché, ma la reazione è un ostile silenzio. Forse speravano che rientrassi nel Pd».

Non glielo hanno chiesto?

«Sì, sempre. Ma dopo l’ilva sarebbe impensabil­e. Michele Emiliano mi ha definito un “fan dei tumori” nel silenzio del Pd. Potevo restare e votare l’emendament­o Lezzi contro lo scudo fiscale, sulla linea di Emiliano e dei 5 Stelle?».

Non sosterrà il governo?

«Il governo è defunto. È in un tale marasma che neanche Nembo Kid potrebbe salvarlo. Lo dicevo che non avrebbe funzionato e ha pure rafforzato la destra. Di sinistra in questa manovra non c’è niente».

Punto primo?

«La sinistra non è una parola, sono i contenuti. Vogliamo dare fiato, con il taglio del cuneo fiscale concentrat­o sugli under trenta, ai ragazzi che guadagnano meno di mille euro? E invece no, questo governo nazionaliz­za e non investe su cose fondamenta­li».

Parole d’ordine?

«Scuola, sanità, sicurezza, investimen­ti».

Se il Pd perde l’emilia-romagna?

«Si mette in moto una slavina gigantesca in tutta Italia. Per evitarlo abbiamo offerto la nostra lista a Bonaccini».

Ha ringraziat­o?

«Ci siamo sentiti una settimana fa, poi più nulla. Forse gli avanzano i voti. I 5 Stelle li mandano a quel paese e loro li inseguono, è umiliante».

Il governo cadrà presto?

«Non è detto, può darsi che le difficoltà finiscano per cementarli. Non solo Conte è il più grande trasformis­ta della storia italiana, ma su Ilva e Alitalia hanno mostrato un dilettanti­smo imbarazzan­te».

Non vuole battere Salvini?

«Sì, ma Salvini stravince se diciamo che bisogna fare un altro governo con il M5S. Per batterlo serve un grande fronte repubblica­no di cui Azione deve essere il perno, liberaldem­ocratico e riformista».

«Diecimila tessere in poche ore, il doppio di quante ne ha fatte +Europa in un anno»

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A Roma Carlo Calenda, 46 anni, ieri al lancio di Azione

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