Nave Alan Kurdi I giudici archiviano l’indagine su Salvini
Il tribunale dei Ministri ha archiviato l’indagine nella quale era indagato l’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini, per abuso d’ufficio e rifiuto di atti di ufficio in merito alla vicenda della nave Alan Kurdi dell’organizzazione non governativa Sea Eye. Il caso risale al 3 aprile scorso, quando l’ong tedesca soccorse al largo della Libia sessantaquattro migranti a bordo di un gommone dopo la segnalazione della piattaforma Alarm Phone. All’epoca la replica del ministro dell’interno fu la seguente: « Vada ad Amburgo». Quindi fu firmata una direttiva che imponeva alle forze dell’ordine — e in particolare alla Guardia di Finanza con il compito di controllo delle frontiere marittime — di effettuare il blocco navale. Il governo disse di voler applicare un articolo della Convenzione di Montego Bay secondo il quale il passaggio di un’imbarcazione «che carica o scarica persone in violazione delle leggi in materia di immigrazione» non è inoffensivo. L’allora capo di gabinetto del ministero dell’interno Matteo Piantedosi sottolineò che «le autorità italiane non hanno coordinato l’evento anche perché non è avvenuto in acque di responsabilità nazionale». E si disse che la navigazione della Alan Kurdi verso l’italia era «finalizzata al trasferimento in territorio italiano di migranti irregolari con modalità improprie e in maniera pregiudizievole per il buon ordine e la sicurezza dello Stato». La Farnesina, dal canto suo, inviò una nota verbale all’ambasciata della Germania «per richiamare la responsabilità, quale Stato di bandiera» contro un eventuale sbarco in Italia. Sulla vicenda aprì un’inchiesta la Procura di Roma che in seguito chiese l’archiviazione trasmettendo le carte al tribunale dei Ministri. Ora la decisione: archiviazione, anche per la posizione di Piantedosi. «Bene - ha detto Salvini -, un Tribunale finalmente riconosce che bloccare gli sbarchi non autorizzati di immigrati non è reato! Una volta tornato al governo rifarò esattamente le stesse cose».