Giulia, una vita in viaggio «Ma con la carrozzina sugli aerei non ho diritti»
Da quando non cammina più, Giulia Lamarca vola ogni volta che può. Torinese, 28 anni, psicologa del lavoro, blogger, ha scoperto la sua passione per i viaggi dopo che otto anni fa ha perso l’uso delle gambe a causa di un incidente in moto. Australia, India, Thailandia, Cina, Indonesia, Giappone: Giulia li ha visitati tutti. E sulla base della sua esperienza ha lanciato una campagna su Instagram, #dirittoalvolo, per aumentare la consapevolezza delle difficoltà (e dei diritti) dei disabili che prendono l’aereo.
«Non è una questione di leggi, che ci sono, ma di cultura che ancora manca — spiega —. Chi come me viaggia in carrozzina dovrebbe essere visto come un cliente normale, e invece non è ancora così. La maggior parte delle volte sugli aerei, nonostante io avverta sempre, non c’è la carrozzina progettata per muoversi nel corridoio: significa che non posso andare in bagno. La mia non può entrare in cabina e viene messa in stiva: la sballottolano qua e là come un bagaglio qualunque, a volte persino la dimenticano. Ma costa seimila euro e soprattutto è le mie gambe: senza non posso scendere a terra». Ci sono interi Paesi, come la Thailandia, in cui non ha avuto assistenza al volo, né alternative alle scalette per salire a bordo. Lei però non si è fatta mai fermare.
«A volte le persone disabili si vergognano di far presenti le loro esigenze, io no. Ho la consapevolezza del fatto che ho dei diritti: devo poter viaggiare in maniera sensata, come tutti gli altri». A farglielo capire è stato anche suo marito Andrea, 29 anni. Lo ha conosciuto dopo l’incidente, mentre faceva fisioterapia: era il tirocinante che la seguiva. Si sono sposati nel 2016. È stato Andrea a convincerla a fare il primo viaggio intercontinentale: «Aveva studiato per un periodo in Australia, ha insistito perché ci andassi: così vedi che lì puoi fare tutto, mi ha detto, che non (da Instagram) sei tu ad essere sbagliata». In questi otto anni ha dovuto imparare anche altro: «Che le ingiustizie esistono e non tutti hanno gli stessi diritti, anche se sulla carta ci sono. Persino studiare è difficile se non hai il parcheggio disabili — chiarisce —. E poi che non esistono i supereroi: ci sono cose impossibili. Poi però quando capisci i tuoi limiti, sai che tutto il resto lo puoi fare. Io non posso più camminare, ma posso fare sentire la mia voce». E continuare a volare.