Corriere della Sera

Dal melograno all’acero, l’autunno fiammante

- di Carlo M. E. Contesso

Anche all’inizio della brutta stagione ci sono fioriture spettacola­ri: anemoni giapponesi, dalie e crisantemi - solo per menzionarn­e alcune addolcisco­no il passaggio dall’abbondanza estiva al sonno invernale. Eppure, queste ultime corolle possono risultare più problemati­che delle loro contropart­i primaveril­i. Lunghe giornate di pioggia appesantis­cono le corolle doppie, piegandole al suolo dove s’inzacchera­no di fango, e quando non è l’acqua, è il vento ad abbattere gli steli, per non parlare dei primi geli che ci portan via in una sola nottata tutto il fasto delle dalie... Lo dico solo per non investirvi in maniera esagerata, perché spesso il fogliame non ha nulla da invidiare ad esuberanti fioriture. Nei parchi, l’oro di tigli, larici e gingko toglie il fiato quanto il blu di freddolose jacarande in primavera. Scendendo di scala, lo stesso colore assumono i cespi di Amsonia e i melograni, con in più il bonus di frutti che rosseggian­o tra le fronde luminose. Alcune lagestroem­ie virano al giallo, altre all’arancio o al rosso, tanto che talvolta son più belle adesso che in piena fioritura. Fiammeggia­no sommachi e gli alberi della nebbia (Cotinus spp.), tra questi ultimi l’ibrido ‘Grace’ è degno di nota per il fogliame naturalmen­te più appariscen­te. Chiudiamo con una novità in un vecchio classico: Bi Hoo è un piccolo acero giapponese che anche dopo aver perduto le foglie dorate, continua a brillare tutto l’inverno per i suoi rami gialli sfumati di rosa in punta, perfetto anche in vaso.

carloconte­sso@yahoo.com

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