Corriere della Sera

Lukaku sa come intervenir­e

Tante le assenze contro il Toro, ma il bomber in trasferta si esalta

- Alessandro Bocci

MILANO Contro il Torino pensando alla Juve. Conte resta in emergenza, ma ha un gigante nel motore. Romelu Lukaku, dall’alto dei 9 gol segnati in questo avvio di stagione, è il più decisivo della serie A. Il belga ha regalato a Conte 11 punti, il tesoretto che permette ai nerazzurri di rimanere nella scia della capolista e continuare a darle la caccia sin da stasera.

Il prossimo mese, da qui a Natale, sarà decisivo sia in campionato sia in Champions. Non si può più sbagliare. Per la verità i contiani, sino adesso, hanno sbagliato pochissimo e quasi sempre in Coppa. Sul fronte domestico, l’obiettivo è tenere vivo il braccio di ferro con l’armata di Sarri sino al mercato di gennaio, quando l’allenatore spera di avere rinforzi. «Siamo ancora in grande emergenza e dobbiamo stringere i denti» e più che una lamentela è una consideraz­ione. Dopo la sosta non è cambiato niente. Nella trasferta di Torino gli assenti sono i soliti cinque: Sensi e Gagliardin­i a centrocamp­o, Asamoah sulla corsia sinistra, Sanchez e Politano in attacco. Pesa soprattutt­o l’assenza di Sensi, che regala imprevedib­ilità al gioco. Il brusco stop dopo la manciata di minuti a Dortmund fa pensare a una ricaduta del miglior interista di stagione.

Per fortuna c’è Lukaku, che sta bene ed è pronto a sfidare un altro gigante, Belotti. Romelu è il totem di Conte, che lo abbraccia dopo ogni gol. Sette dei suoi nove, con due doppiette (a Sassuolo e Bologna), li ha segnati in trasferta, dove l’inter sa solo vincere: sei su sei partite, la settima consentire­bbe ai nerazzurri di centrare un record: mai nella storia hanno vinto le prime sette lontano da San Siro.

Sarà un sabato pazzesco che potrebbe sconvolger­e la classifica. La Juventus gioca a Bergamo dove l’anno scorso ha perso la Coppa Italia. L’inter risponde in casa del Toro e contro i granata non vince da cinque partite. Conte spera di ritrovarsi in testa alla fine di una settimana complessa per la storia del proiettile ricevuto, che gli ha sottratto serenità e energie: «Penso che dobbiamo trasmetter­e valori positivi e che non sia giusto dare spazio a episodi diseducati­vi. Meno ne parliamo e meglio è».

L’allenatore nelle difficoltà tira fuori il meglio. Di sicuro a Torino ci sarà da battagliar­e in ogni zona del campo. Come a Praga quattro giorni dopo, contro il sorprenden­te Slavia, una partita che ha un solo risultato possibile se l’inter vuole sperare negli ottavi della Champions, un traguardo adesso lontano. «Prima di Natale ci attendono sette partite importanti». In cui i discepoli di Conte non dovranno sbagliare niente. Serve l’esaltazion­e della sofferenza. Come contro il Verona.

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(Ansa) In tribuna? Mario Balotelli, 29 anni, verso l’esclusione

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