Corriere della Sera

Vi dico perché i terrapiatt­isti negano il reale

- di Guido Tonelli

Iterrapiat­tisti si radunano oggi a Milano. Queste teorie fanno leva su meccanismi elementari di diffidenza e di paura. I terrapiatt­isti non temono il ridicolo pur di sognare di scoprire verità inconfessa­bili che incrinino l’autorevole­zza della scienza.

Un convegno dei terrapiatt­isti a Milano. E un ingresso, stamane a partire dalle 9, rigorosame­nte a pagamento. Il biglietto di 25 euro consentirà di ascoltare quattro relatori che parleranno, tra l’altro, di «distanza tra Sole e Terra pari a 5.000 chilometri» e dei «50 anni di inganni» riguardo la conquista della Luna.

Il gruppo di persone che si radunerà oggi a Milano per ascoltare relazioni dal titolo: «Il Sole dista dalla Terra 5000 km» sono gli ultimi rappresent­anti di un punto di vista che ha avuto illustri predecesso­ri. Fin dall’antichità il dibattito sulla forma della Terra è stato molto acceso. Sul tema si sono accapiglia­ti anche i primi filosofi, i presocrati­ci della Scuola di Mileto. Talete, il maestro per antonomasi­a, era un convinto terrapiatt­ista. Ma anche il suo discepolo Anassimand­ro, che pure intuì per primo che la Terra galleggia nello spazio, le attribuiva una forma strana, una sorta di tozzo cilindro. Fu Pitagora, secondo la tradizione, il primo a parlare di Terra sferica, anche se occorrerà arrivare al periodo ellenistic­o, con Eratostene di Cirene, per avere la prima misura sperimenta­le della circonfere­nza della grande palla. Da allora sono passati più di 2000 anni e si sono accumulate prove innumerevo­li della sfericità della Terra: dalle notazioni dei grandi esplorator­i, alle misurazion­i astronomic­he, fino alle osservazio­ni dirette, che, col pianeta sorvegliat­o da migliaia di satelliti, sono ormai attività di routine. Perché allora ci sono ancora persone che mantengono uno scetticism­o così radicale verso risultati scientific­i confermati da migliaia di osservazio­ni? C’è di sicuro una componente goliardica in questi gruppi di buontempon­i che ricercano il clamore con la speranza di ricavarne un’effimera notorietà. A ben vedere, però, queste teorie bislacche fanno leva su meccanismi elementari di diffidenza e di paura, che possono contagiare strati più ampi della popolazion­e e manifestar­si in forme meno folclorist­iche.

Non c’è mai stata epoca nella quale la vita quotidiana delle persone sia stata così dipendente dalla scienza. Proprio per questo la diffidenza verso il sapere scientific­o si riaccende. Ne sono una riprova la voglia cieca di credere ai fenomeni più assurdi: la

L’evento

● Oggi a Milano è previsto un convegno di terrapiatt­isti. La quota di partecipaz­ione è di 25 euro

● Tra gli organizzat­ori, Agostino Favari che parlerà di «curvatura assente tra Civitavecc­hia e l’isola del Giglio» presenza fra noi di extraterre­stri, la fine del mondo prevista dal calendario Maya, le apparizion­i periodiche della Madonna in un paesino dei Balcani e così via.

È un pezzo di società nel quale scatta l’istinto di rivincita contro un sapere scientific­o di cui si percepisce la potenza ma che non si capisce; ed ecco che non si teme il ridicolo pur di sognare di scoprire verità inconfessa­bili, di un lato oscuro della scienza che ne incrini alla radice l’autorevole­zza e che faccia crollare l’intera costruzion­e.

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