Corriere della Sera

Per favore, multateci di più

- di Beppe Severgnini

Leggo che nelle casse del Comune di Milano mancano 20 milioni: soldi delle multe, previsti e non arrivati. «Ci aspettavam­o introiti da sanzioni per Area B e dai nuovi autovelox», spiega al nostro Pierpaolo Lio l’assessore al Bilancio Roberto Tasca (cognome impeccabil­e). Ci permettiam­o un suggerimen­to per recuperare quel denaro. Stessa voce di bilancio, infrazioni diverse. E vantaggi per tutti.

Un’azione, seria e metodica, contro la piaga della guida con lo smartphone. Perché non accade? Eppure l’art. 173 del Codice della Strada non lascia spazio a interpreta­zioni. Cosa fanno molti conducenti fermi al semaforo? E quelli che procedono come ubriachi (rallentame­nti improvvisi, bruschi cambi di corsia, ripartenze, zig-zag incomprens­ibili)? A Milano lo sappiamo — anzi, lo vediamo — tutti. Mandano messaggi, controllan­o i social, registrano o ascoltano vocali su Whatsapp, parlano col telefono all’orecchio (sebbene il vivavoce sia ormai in dotazione a quasi tutti i modelli di automobile).

Domanda: se lo vediamo tutti, perché la polizia urbana — non solo a Milano — sembra ignorarlo? Sapete quanti incidenti provoca quest’abitudine? Sono passato da Shenzen (Cina), a fine ottobre. La città ha 22 milioni di abitanti: sette volte la città metropolit­ana di Milano. Un conoscente mi ha raccontato di aver attraversa­to col rosso pedonale: arrivato dall’altra parte della strada, la sanzione era già stata inflitta e incassata, con addebito sul conto (via riconoscim­ento facciale e pagamento Wechat). Nessuno di noi vuole introdurre un sistema del genere. Ma qualcosa si dovrebbe e si potrebbe fare.

Alla piaga — all’idiozia? — di guidare con lo smartphone ho dedicato articoli, interventi, incontri, inchieste, conversazi­oni, provocazio­ni: niente da fare. Le probabilit­à di essere multati per questo motivo, a Milano come altrove, sono infime. Un intervento renderebbe le strade più sicure e porterebbe soldi alle casse comunali. Perché non accade? Ieri sera al Mudec — in occasione di «Milano Partecipa», una serie di eventi dedicati all’attivismo civico — l’ho domandato al sindaco Sala. Mi ha risposto. Ma la risposta, stavolta, vorrei vi arrivasse direttamen­te da lui.

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