Corriere della Sera

Da Atlantia un segnale sulle concession­i autostrada­li

La società dei Benetton offre un «taglio» del 5% all’anno. I dubbi del governo. I nodi Alitalia

- Federico De Rosa Fabio Savelli

È sul tavolo di Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi fedelissim­o del premier Giuseppe Conte, la proposta di riscrittur­a della convenzion­e di Autostrade per l’italia. L’ha depositata Atlantia costruendo­la con i suoi legali. Prevedereb­be una proposta di riduzione delle tariffe del 5% all’anno nell’arco di tutta la durata della concession­e, che scade nel 2038.

Una proposta sensata per la holding controllat­a al 30% dai Benetton, che rischia tuttavia di non essere in linea con l’idea di Chieppa, già magistrato della Corte dei conti, più orientato al modello indicato dall’authority dei Trasporti, che parametra le tariffe agli investimen­ti sostenuti sulle tratte. Il rincaro al casello l’anno successivo al momento è garantito da un coefficien­te X, calcolato sugli investimen­ti programmat­i (e non effettivam­ente realizzati) nell’arco dei 5 anni, a cui aggiungere il tasso d’inflazione.

L’altro punto oggetto di negoziato riguarderà le tutele legali. Se le sentenze della magistratu­ra dovessero dimostrare la colpa grave del gestore per il crollo di Genova, la revoca sarebbe possibile senza indennizzo. Trovando un accordo col governo, Atlantia vorrebbe che in caso di condanne della vecchia gestione, l’attuale architettu­ra giuridica resti inalterata.

Alitalia è finita suo malgrado al centro di questa partita. Il confronto tra Atlantia e il governo si è trasformat­o giocoforza in un braccio di ferro e, nonostante l’esecutivo cerchi di tenere staccati i due dossier, è evidente che uno si porta dietro l’altro. Se i commissari disponesse­ro la liquidazio­ne degli asset di Alitalia cancellere­bbero undicimila posti di lavoro.

Ma oltre ai tentenname­nti di Atlantia, c’è anche il nodo del piano industrial­e. Quello di Lufthansa garantireb­be maggiori prospettiv­e. La compagnia tedesca sarebbe inoltre disposta a salire al 70% in una seconda fase, liquidando Atlantia ed Fs, ma a condizione di trovare una compagnia già ristruttur­ata. Per farlo servirebbe una newco pubblica che traghetti Alitalia. Delta, invece, entrando col 10% impedirebb­e ai tedeschi di prendere il mercato italiano. Ma la prospettiv­a di dover investire altri capitali, oltre ai 100 milioni promessi, espone al rischio che dopo aver difeso la posizione di mercato nei confronti di Lufthansa, nell’arco di qualche anno la compagnia americana si sfili lasciando il cerino in mano ai partner di cordata. Per Alitalia «ci aspettavam­o la presentazi­one di un piano, uno dei partner si è sfilato, adesso diamo del tempo per vedere se la cordata può riformarsi», ha detto ieri il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. «Vediamo se c’è una competizio­ne tra Delta e Lufthansa e quale sarà il partner globale. Se Atlantia si è sfilata ne prenderemo atto e vedremo se potrà essere riformata una cordata».

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