«Piatek ha lavorato, ma devo riflettere se insistere con lui»
MILANO Non basta una prestazione convincente a rendere tenera la notte dei milanisti. Il pari ottenuto con il Napoli conforterà a tratti per il gioco ma rende desolante il cammino del Diavolo che, con 14 punti ottenuti in 13 partite, esibisce il peggior rendimento nell’era dei tre punti. E soprattutto evidenzia, se ancora ce ne fosse bisogno, la crisi dell’attacco con Piatek, fischiatissimo al momento della sostituzione. «Ero sicuro che avremmo giocato una buona gara. Ci mancavano giocatori importanti e di fronte avevamo una squadra forte» spiega Stefano Pioli. «Peccato non aver realizzato un gol in più, il risultato è giusto ma abbiamo avuto le occasioni per vincere». Con i rimpianti però non si va da nessuna parte e l’allenatore rossonero è il primo a saperlo. «Sentiamo l’urgenza di vincere una partita, perché è vero che il ciclo terribile è alle spalle ma siamo consapevoli che non sarà semplice andare a strappare punti sui campi di Parma e Bologna. La classifica preoccupa ma vedo nei ragazzi senso di responsabilità». Mentre il fantasma di Ibrahimovic aleggia sullo stadio, evocato anche dal ds Massara («quando il suo nome viene accostato al Milan diventa una suggestione irresistibile, ma resta una suggestione: ne parleremo con l’allenatore»), Piatek pare vittima di un’involuzione irreversibile. «Kris ha lavorato bene per la squadra, ha avuto occasioni ma non è riuscito a concretizzarle» prosegue Pioli. «Dovrò decidere questa settimana se continuare a insistere con lui o effettuare altre valutazioni». La nota positiva è la prestazione di Bonaventura, titolare a San Siro dopo 398 giorni. «L’anno scorso siamo quasi arrivati in Champions League poi abbiamo cambiato tanto» sottolinea il centrocampista. «Ripartire sempre non è facile, con tanti giocatori giovani che si devono inserire. Ora con Pioli abbiamo messo le cose a posto».