Il ritorno di Mou: «Importante era vincere, non come»
«Se qualcuno dirà che la squadra ha avuto un impatto grazie a me lo odierò. Sono felice per la vittoria ma ho pochi meriti». Fa il modesto José Mourinho al debutto sulla panchina del Tottenham che batte 3-2 fuori casa il West Ham e interrompe un digiuno di cinque partite, causa del siluro a Pochettino, pronto a «consolarsi» con il Bayern
Monaco. «L’importante era vincere, non importa come», commenta lo Special One, con i 60 mila del London Stadium a fischiare Pellegrini, reduce da cinque k.o. di fila e a rischio panchina. Per Mou solo cori di giubilo dei sostenitori Spurs che fingono di dimenticarsi i trascorsi al Chelsea e al Manchester United, la sua dichiarazione («Non allenerò mai il Tottenham») e i 20 punti di distacco dalla capolista Liverpool (2-1 al Crystal Palace). Mou annuncia la continuità ma poi fa la rivoluzione: fuori il regista danese Eriksen («Devo capire cosa gli passa per la testa»), rilancia gioco e morale degli emarginati Dier, Lucas Moura e Dele Alli («Destinato a essere uno dei migliori al mondo») nel 4-23-1 che manda in tilt il West Ham. Sul 3-0 (Son, Moura e Kane che segna il gol numero 175, 3° nella storia Tottenham), il West Ham ha una frustata d’orgoglio con le reti di Antonio e Ogbonna. «Conosco bene la Premier — dice Mou — e so che anche sul 3-0 bisogna soffrire».