Corriere della Sera

Attacco diretto alla sua poltrona Chi sarà il corvo con registrato­re?

- Di Roberto De Ponti

La frase è infelice, su questo non ci piove. Così come è stata riportata, dà l’impression­e della polvere nascosta sotto il tappeto. Così come è stata riportata, appunto. Perché poi c’è il contesto. Il contesto dice che evidenteme­nte si stava parlando di come vendere il prodotto serie A all’estero, e proporlo come il campionato dei razzisti non è esattament­e una grande pubblicità. La Nba, per esempio, tende a oscurare le risse perché non le ritiene molto edificanti. Ma il punto non è neppure questo. Il punto è: la frase è uscita come uno spiffero dalle riunioni di Lega perché qualcuno voleva far notare quanto cinico e politicame­nte scorretto fosse il nostro calcio? Oppure, molto più banalmente, è solo un attacco a un personaggi­o coinvolto suo malgrado in una guerra di bande? Per capirci: l’obiettivo è la moralizzaz­ione del sistema, oppure la caccia a una poltrona già occupata? In una guerra senza quartiere, una registrazi­one anonima non risolve certo i problemi, ma avvelena ancora di più una situazione già velenosa di suo. È difficile parlare di moralizzaz­ione quando il metodo è quello del corvo, che registra conversazi­oni e le utilizza secondo convenienz­a. Situazione imbarazzan­te per i presidenti, perché qualcuno di loro ha tradito un fragile patto di fiducia (fiducia?). Non il clima migliore per lavorare per il bene del calcio.

La Lega è una casa di vetro, qui è tutto trasparent­e. Ci sarà imbarazzo in Consiglio, qualcuno ha fatto il passo più lungo della gamba

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