Attacco diretto alla sua poltrona Chi sarà il corvo con registratore?
La frase è infelice, su questo non ci piove. Così come è stata riportata, dà l’impressione della polvere nascosta sotto il tappeto. Così come è stata riportata, appunto. Perché poi c’è il contesto. Il contesto dice che evidentemente si stava parlando di come vendere il prodotto serie A all’estero, e proporlo come il campionato dei razzisti non è esattamente una grande pubblicità. La Nba, per esempio, tende a oscurare le risse perché non le ritiene molto edificanti. Ma il punto non è neppure questo. Il punto è: la frase è uscita come uno spiffero dalle riunioni di Lega perché qualcuno voleva far notare quanto cinico e politicamente scorretto fosse il nostro calcio? Oppure, molto più banalmente, è solo un attacco a un personaggio coinvolto suo malgrado in una guerra di bande? Per capirci: l’obiettivo è la moralizzazione del sistema, oppure la caccia a una poltrona già occupata? In una guerra senza quartiere, una registrazione anonima non risolve certo i problemi, ma avvelena ancora di più una situazione già velenosa di suo. È difficile parlare di moralizzazione quando il metodo è quello del corvo, che registra conversazioni e le utilizza secondo convenienza. Situazione imbarazzante per i presidenti, perché qualcuno di loro ha tradito un fragile patto di fiducia (fiducia?). Non il clima migliore per lavorare per il bene del calcio.
La Lega è una casa di vetro, qui è tutto trasparente. Ci sarà imbarazzo in Consiglio, qualcuno ha fatto il passo più lungo della gamba