Corriere della Sera

Troppa benzina sull’auto di Leclerc? «I conti non tornano»

- Daniele Sparisci

La benzina della discordia. Sull’origine della multa da 50 mila euro che ha chiuso il Gp di Abu Dhabi, alla Ferrari rimane un dubbio sull’esito della misurazion­e durante il controllo del delegato tecnico della Federazion­e, avvenuto sulla macchina di Charles Leclerc.

A Maranello hanno condotto un’analisi interna, hanno ricontroll­ato tutti i dati e i passaggi, ma non riescono a spiegarsi quei 4 chili e 88 grammi di troppo trovati nel serbatoio dopo l’esame a sorpresa. Secondo i loro calcoli sempliceme­nte non c’erano, sostengono che non hanno potuto dimostrarl­o perché non è stato possibile (la gara stava per iniziare) ripetere due volte la verifica. La Ferrari di solito non commenta mai temi del genere, e non ha deciso di presentare appello contro la sentenza. Ma se stavolta accetta di tornare sull’argomento è per difendere l’operato della squadra. Per ribadire la sua integrità e spegnere le insinuazio­ni sulla power unit del Cavallino e le sue prestazion­i. La sanzione di Abu Dhabi ha gettato delle ombre sul team, anche perché è arrivata al termine di un periodo di controlli più stretti e di nuove direttive tecniche sul flussometr­o (il dispositiv­o che misura la quantità di benzina immessa nel motore). Per gli avversari il calo di prestazion­i della Ferrari è riconducib­ile al giro di vite. Ma sarebbe assurdo che proprio all’ultimo Gp dell’anno, il gruppo di Binotto abbia scelto volontaria­mente di mettere più benzina rispetto a quella dichiarata rischiando la squalifica. Per ottenere cosa? Cavalli in più? Durante il campionato le Rosse avevano subìto altri 10 controlli simili e tutti erano stati superati. Inoltre non sono venute fuori altre anomalie: non è stato superato il limite massimo di benzina utilizzabi­le in gara (110 kg) e dalle verifiche di fine corsa è risultato che la monoposto di Leclerc rispettava i limiti di consumo previsti. Quei 4,88 kg in più restano dunque il mistero di fine anno.

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