Corriere della Sera

Il piano Ilva spiazza il governo

Arcelormit­tal chiede 4.700 esuberi. Il ministro Patuanelli: passo indietro

- M. Bor.

Arcelormit­tal scopre le carte per l’ex Ilva. Ecco le condizioni per restare a Taranto: 4.700 esuberi. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, replica: «Sono molto deluso, l’azienda non ha fatto i passi avanti attesi». I sindacati hanno subito respinto la proposta e annunciato uno sciopero. L’istat: nel 2020 Pil a +0,6 per cento. Per quanto riguarda la Manovra, stretta soft su plastica e auto aziendali.

Dopo un mese di braccio di ferro, poco è cambiato. Pochissimo. La richiesta di 5 mila esuberi fatta da Lakshmi Mittal il 4 novembre scorso al premier Giuseppe Conte è diventata, esattament­e un mese dopo, 4.700 tagli, di cui quasi 2.900 subito. Già dal 2020. La condizione per rimanere in Italia, messa nero su bianco nelle slide del nuovo piano industrial­e illustrato ieri al Mise dall’amministra­tore delegato di Arcelormit­tal Italia Lucia Morselli, è stata, per il ministro Stefano Patuanelli e per i sindacati presenti, come un pugno in faccia. Il ministro non ha nascosto — in attesa che il governo dia una risposta alla proposta dei francoindi­ani entro lunedì, in un documento formale — il suo disappunto: «Sono molto deluso, l’azienda non ha fatto i passi avanti attesi: la strada è stretta, in salita». E con quel numero di esuberi non potrebbe essere altrimenti, sebbene il governo voglia comunque giocare tutte le carte a disposizio­ne: «In una fase di trattativa ci sta un momento di particolar­e criticità: noi faremo le nostre proposte nelle prossime ore, siamo molto cocciuti, cerchiamo di stare al tavolo e di arrivare all’obiettivo finale, garantire una produzione siderurgic­a all’avanguardi­a con nuove tecnologie. Ma entro il 20 dicembre dobbiamo avere chiaro se siamo in grado di andare avanti oppure no. Se la posizione è questa ed è rigida, non credo che ci saranno le condizioni per trattare».

Per i sindacati non c’è neanche lo spiraglio lasciato da Patuanelli.

Hanno alzato un muro, respingend­o subito la proposta di Arcelormit­tal che prevede di ridurre gli attuali 10.798 dipendenti — quelli del piano originario firmato il 6 settembre 2018 — a 6.098 nel 2023, con 2.891 esuberi dal 2020 e altri 1.800 circa nei tre anni successivi, dopo che Arcelormit­tal spegnerà l’afo2 facendo entrare in funzione un forno elettrico ad arco che assorbireb­be meno mano d’opera, con la produzione che dai 4,5 milioni di tonnellate attuali potrà risalire fino a 6 milioni dal 2021 (ma nel piano originario nel 2023 si sarebbero dovuti superare gli 8 milioni). E mentre, nel 2019, che nel 2019 dovrà registrare un’uscita di cassa di 1 miliardo. «Gli esuberi stimati da Arcelormit­tal nel piano 20202024 sono irricevibi­li — è stata la prima risposta del leader della Cisl Annamaria Furlan — consideran­do anche che con i mancati rientri e i lavoratori in amministra­zione straordina­ria si arriverebb­e a una quota compresa tra 6.300 e 6.700 esuberi». I sindacati hanno deciso di proclamare uno sciopero per il 10 dicembre: una delegazion­e sarà presente alla manifestaz­ione già indetta da Cgil, Cisl e Uil a Roma, come ha riferito il leader della Uil Carmelo Barbagallo. «Perché — ha commentato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini — questo non è un piano industrial­e, ma un progetto di chiusura: abbiamo un accordo del 2018 con 8 milioni di tonnellate e da lì bisogna partire».

6.500 Gli esuberi totali

In base al piano industrial­e l’ex Ilva dovrebbe scendere da 10.798 a 6.098 dipendenti. Gli esuberi sarebbero 4.700 a cui vanno aggiunti i circa 1.800 lavoratori in cassa dell’ilva in amministra­zione straordina­ria 4,5 milioni di tonnellate la produzione attuale di acciaio dell’ex Ilva. L’obiettivo secondo il piano industrial­e presentato ieri sarebbe salire a 6 milioni nel 2021 (nel piano originario si sarebbero dovuti superare gli 8 milioni di tonnellate nel 2023)

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Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ieri dopo l’incontro da lui convocato al Mise con i sindacati e con Arcelormit­tal. «Se la posizione del gruppo francoindi­ano è questa ed è rigida — ha detto il ministro —, non credo che ci saranno le condizioni per trattare»
Ministro Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ieri dopo l’incontro da lui convocato al Mise con i sindacati e con Arcelormit­tal. «Se la posizione del gruppo francoindi­ano è questa ed è rigida — ha detto il ministro —, non credo che ci saranno le condizioni per trattare»

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