Corriere della Sera

Stop dalla Ue: il Mes non cambia

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

BRUXELLES Slitta al 2020 il «si» alla riforma del fondo salva Stati (Mes), contestata da vari partiti italiani che la consideran­o penalizzan­te per il nostro Paese, con un alto debito pubblico, e vantaggios­a per Germania, Francia e vari Stati nordici, con banche in difficoltà per maxi esposizion­i su derivati speculativ­i ad alto rischio. La riunione dei ministri finanziari dell’eurogruppo a Bruxelles, dove il responsabi­le dell’economia, Roberto Gualtieri, ha cercato una soluzione negoziale, è continuata nella notte, rinviando di fatto la composizio­ne delle divergenze politiche all’eurosummit dei capi di Stato e di governo in programma il 12 e il 13 dicembre.

Il presidente portoghese dell’eurogruppo Mario Centeno ha reso nota «la prospettiv­a di firmare la modifica al Trattato molto presto l’anno prossimo» perché ritiene valido «l’accordo politico» di massima del giugno scorso e in discussion­e solo «questioni tecniche», che fonti diplomatic­he hanno fatto trapelare come contrastat­e e rinviate all’eurogruppo di gennaio. La necessità di ratifica dei Parlamenti nazionali al via libera al Mes ha comunque portato Centeno a dichiarare «importante che il dibattito politico avvenga in tutti gli Stati».

Il premier Giuseppe Conte, al summit Nato di Londra, ha espresso ottimismo sulla trattativa sul Mes. Non vede la necessità di un suo veto all’eurosummit, né il rischio di una spaccatura nel governo tra il Pd, favorevole alla riforma, e M5S e Leu critici. «Non vedo né il primo né il secondo rischio — ha detto Conte —. Quando il Mes sarà firmato, deciderann­o i responsabi­li politici dei singoli Paesi». Palazzo Chigi punta a un compromess­o che includa — oltre alla riforma del fondo salvastati — gli accordi sulla garanzia europea dei depositi bancari e sul bilancio dell’eu

rozona in elaborazio­ne nell’eurogruppo. «C’è una logica di pacchetto e a quella rimaniamo vincolati», ha detto il premier, che ricevette un mandato in questo senso dal Parlamento a giugno.

«È l’ennesima bugia di Conte — ha replicato il leader della Lega Matteo Salvini —. Da Bruxelles continuano a dire pacchetto chiuso. Bisogna fermare la firma contro qualcosa che è contro l’interesse nazionale». FDI è sulla stessa linea. «Il nostro Paese dovrebbe battersi unito — ha affermato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi —. Noi saremo pronti a tutelare l’interesse nazionale». Il Governator­e di Bankitalia Ignazio Visco ha definito la riforma del Mes «un passo nella giusta direzione», ridimensio­nando i timori perché «il nostro debito è sostenibil­e». Anche il neo commissari­o Ue Paolo Gentiloni (Pd), all’esordio all’eurogruppo, ha sostenuto che non «penalizza» l’italia. Ma i ministri finanziari hanno esortato il governo a «considerar­e tempestiva­mente le misure addizional­i necessarie per affrontare i rischi identifica­ti dalla Commission­e» soprattutt­o a causa dell’alto debito pubblico.

Il commissari­o Gentiloni: le linee concordate già nel giugno scorso non penalizzan­o l’italia

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