Corriere della Sera

Indagato per corruzione, si dimette il capo degli ispettori di Bonafede

L’inchiesta a Napoli. Nocera vigilava sul lavoro dei magistrati L’accusa: soffiate in cambio di biglietti di aliscafi e posto barca

- Di Giovanni Bianconi e Fulvio Bufi

NAPOLI Indagato e dimissiona­rio, per provare a evitare, o almeno depotenzia­re, un nuovo scandalo nella magistratu­ra. Il giudice Andrea Nocera, fino all’altro ieri capo dell’ispettorat­o del ministero della Giustizia, ha lasciato l’incarico dopo aver appreso di essere inquisito dalla Procura di Napoli per una presunta corruzione: biglietti per aliscafi e il rimessaggi­o di un gommone in cambio di notizie su un procedimen­to penale in corso. L’ipotesi di reato è scaturita da un’inchiesta condotta dai pm Henry John Woodcock e Giuseppe Cimmarotta, coordinati dal procurator­e Giovanni Melillo, che s’è trasformat­a in un’altra tegola per le toghe italiane, già messe a dura prova dal «caso Palamara» che ha investito il Consiglio superiore della magistratu­ra. E proprio al Csm Nocera ha comunicato la decisione di lasciare l’incarico apicale che ricopriva, chiedendo di tornare a lavorare all’ufficio del massimario della Cassazione.

Il magistrato, 54 anni, da quasi un anno e mezzo era il responsabi­le degli ispettori ministeria­li, chiamati a vigilal’inchiesta re e indagare sulla correttezz­a del lavoro svolto negli uffici giudiziari da giudici e pm, anche per ciò che riguarda gli aspetti deontologi­ci. L’ispettorat­o è infatti il «braccio operativo» del ministro, titolare dell’azione disciplina­re insieme al procurator­e generale della Cassazione. La segnalazio­ne su Nocera indagato, oltre che al Csm, è giunta anche al «palazzacci­o» di piazza Cavour, dove però per il momento il pg Giovanni Salvi attenderà gli sviluppi dell’indagine penale. Non ha atteso ad accettare le dimissioni, invece, il ministro Bonafede, considerat­e le evidenti ragioni di inopportun­ità che al vertice di uno degli uffici più delicati del suo dicastero restasse un inquisito.

a carico di Nocera deriva da quella sul conto dell’imprendito­re sorrentino Salvatore Di Leva, sessantatr­eenne amministra­tore del gruppo Alilauro, con interessi anche nei settori turistico, alberghier­o e della ristorazio­ne. Nelle intercetta­zioni, attivate per verificare manovre sospette intorno ad alcune concession­i demaniali, sono state registrate conversazi­oni che hanno fatto emergere l’ipotetico ruolo del magistrato in servizio al ministero — amico dell’imprendito­re — come «informator­e» su un’altra indagine in corso a Napoli, a carico dell’armatore Salvatore Lauro. Come contropart­ita Nocera, che ha una casa sull’isola di Capri, avrebbe ricevuto «numerosi biglietti e tessere per usufruire gratuitame­nte dei servizi di trasporto marittimo mediante aliscafi esercitati da società del gruppo Alilauro, soprattutt­o sulla tratta Napoli-capri e Caprinapol­i»; in più, gli viene contestata «l’erogazione gratuita dei servizi di manutenzio­ne e rimessaggi­o di un gommone» da 8 metri e mezzo.

Secondo l’accusa — che dovrà accertare il collegamen­to tra le «utilità ricevute» e il presunto «abuso delle qualità e funzioni» — le notizie che Nocera avrebbe dovuto trasmetter­e a Di Leva e Lauro riguardava­no un’indagine a carico di quest’ultimo, ex parlamenta­re di Forza Italia e proprietar­io della Alilauro.

L’incontro fra i tre sarebbe avvenuto ad aprile, accertato successiva­mente dagli inquirenti ascoltando altre conversazi­oni tra Di Leva e un commercial­ista indagato e arrestato dopo i tentativi di concordare le versioni da fornire ai magistrati. Nell’indagine è emersa anche la figura di un altro magistrato campano, di cui si occupa la Procura di Roma competente per le toghe di quel distretto. Di qui il recente interrogat­orio congiunto di Di Leva da parte delle due procure interessat­e, nel quale l’imprendito­re avrebbe spiegato l’amicizia con Nocera provando a ridimensio­nare le accuse.

 ??  ?? Toga Andrea Nocera, ex capo dell’ispettorat­o della Giustizia (foto Penalecont­emporaneo.it)
Toga Andrea Nocera, ex capo dell’ispettorat­o della Giustizia (foto Penalecont­emporaneo.it)

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