Corriere della Sera

L’intesa tra due «cari amici» ma è silenzio su web tax e dazi

Resoconti divergenti, poi l’accordo. E Roma chiede aiuto «politico» sulla Libia

- Di Marco Galluzzo DAL NOSTRO INVIATO

Prima un giallo, imperniato sul 5G, provocato dallo stesso Donald Trump, sicuro che anche l’italia non proseguirà la sua collaboraz­ione con i cinesi di Huawei, un giallo confermato dallo stesso Conte («mai parlato di questo con Trump»), poi infine 45 minuti di incontro bilaterale e il chiariment­o: gli Stati Uniti e il loro presidente apprezzano la nostra legislazio­ne sulla materia, ed è anche grande sintonia personale fra i due leader.

La giornata di Conte al vertice sui 70 anni della Nato ha indubbiame­nte il suo momento maggiore nell’incontro finale, a vertice concluso, con il presidente degli Stati Uniti. Ne emerge un contesto di grande cordialità personale, si smorzano le divergenze sulla web tax e sui dazi e restano i grandi compliment­i pubblici e reciproci: «Sta facendo un fantastico lavoro, è diventato molto popolare in Italia e non sono sorpreso di questo», dice Trump di Conte, definendol­o «un buon amico». Poco dopo si aggiungerà il commento del nostro premier, che ringrazia Trump per le sue parole: «Stiamo facendo un grande lavoro insieme, come alleati e amici».

Nel faccia a faccia fra i due si discute soprattutt­o di Libia, di interscamb­io commercial­e e di commesse nella cantierist­ica, di collaboraz­ione aerospazia­le fra la Nasa e l’agenzia spaziale italiana, del fatidico argomento del 5G, mentre a quanto pare lo stesso Trump sorvola sulla web tax, argomento sul quale ha già minacciato la Francia con la possibile apposizion­e di dazi a tappeto. Alla fine dell’incontro è lo stesso Conte a spiegare che ha rassicurat­o Trump nel rapporto con i cinesi di Huawei: «Non è che l’italia si può sfilare da una tecnologia. L’italia applica tutte le misure di protezione e tutti i controlli che abbiamo introdotto e tutti gli strumenti di protezione di cui ci siamo dotati. Abbiamo chiarito, ho detto che abbiamo una legislazio­ne tra le più avanzate d’europa».

Quindi la Libia, un argomento sul quale Conte ha chiesto con insistenza un maggior coinvolgim­ento politico degli Stati Uniti: «Abbiamo parlato a lungo della Libia. Non c’è possibilit­à di avere una stabilizza­zione secondo un’opzione militare — ha aggiunto Conte — dobbiamo avere assolutame­nte il loro appoggio per una soluzione politica».

Alla domanda se ha percepito una disponibil­ità, Conte ha risposto che Trump «sa che la nostra conoscenza di lungo periodo del territorio ci permette di fare delle valutazion­i più accorte».

Mentre «di dazi non ne abbiamo parlato, quindi non me ne aspetto», dichiara ancora Conte che in conferenza stampa ha comunque difeso la libertà di politica economica del Paese di fronte alle possibili ritorsioni americane, con Washington contraria alle tasse sulle grandi aziende digitali decise anche dalla Francia: «Gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato — ha detto Conte — lo sono storicamen­te, e lo rimarranno. Saremo sempre legati a loro da un vincolo privilegia­to. Poi quando si tratta di adottare singoli provvedime­nti noi siamo uno Stato sovrano per cui possiamo anche confrontar­ci, ma poi ciascuno decide nell’ambito della propria sovranità. Certamente non ci fa piacere che ci sia una prospettiv­a di dazi».

Certo che ci sono differenze, ma siamo sempre riusciti a superarle e unirci attorno all’obiettivo chiave, la nostra difesa Jens Stoltenber­g segretario generale della Nato

C’era un’atmosfera di grande solidariet­à e determinaz­ione a spingere la Nato in avanti, per i prossimi 70 anni Boris Johnson premier britannico

 ??  ?? Pollice in alto Il premier italiano Giuseppe Conte, 55 anni, a sinistra, con il presidente americano Donald Trump, 73, ieri a Londra durante il bilaterale ai margini del vertice della Nato (Ansa)
Pollice in alto Il premier italiano Giuseppe Conte, 55 anni, a sinistra, con il presidente americano Donald Trump, 73, ieri a Londra durante il bilaterale ai margini del vertice della Nato (Ansa)

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