«La mia t-shirt? La rivendico Il processo dirà chi ha sbagliato»
«Io non cambio idea. Chi ha sbagliato deve pagare». La senatrice della Lega, Lucia Borgonzoni, non chiede scusa. Anzi rilancia. «Tra un festeggiamento e l’altro il Pd si ricordi dell’orrore dei bambini sottratti alle loro famiglie senza una ragione, delle sofferenze e delle ingiustizie», così contrattacca la candidata alla presidenza della Regione Emilia Romagna, a meno di due mesi dalle elezioni. E a chi sulla sua pagina Facebook la provoca («Parliamo adesso di Bibbiano, dai!») ricordandole la maglietta esibita a Palazzo Madama tre mesi fa — quella appunto diventata presto virale, «Parliamo Di Bibbiano», con le lettere «P» e «D» scritte in rosso in riferimento polemico al partito del sindaco Carletti — lei replica dando del tu all’interlocutore: «Se ne parlerà a processo, ti sei accorto vero che ci sarà un processo...?». Il sindaco Carletti, finito quest’estate al centro dell’inchiesta-scandalo «Angeli e Demoni» sul sistema di affidi nel Comune in provincia di Reggio Emilia, dopo il pronunciamento della Cassazione è tornato un uomo libero. «Leggere gli articoli e non solo i titoli farebbe comunque bene», insiste però la Borgonzoni su Facebook. Secondo lei, il provvedimento a favore del sindaco di Bibbiano non sposta d’un millimetro il problema: «Per qualcuno non sarà stato un “sistema” — ha anche scritto nei giorni scorsi — ma nel registro degli indagati sono finite 28 persone, si sono aperti nuovi filoni d’inchiesta, una funzionaria del Comune di Reggio Emilia è stata indagata per depistaggio ed emergono nuovi casi preoccupanti. L’ultimo è la denuncia fatta da due genitori di Bibbiano che non vedono da ormai sette mesi la figlia di tre anni. La fine delle indagini, che dovrebbe essere imminente, consentirà di far luce, giustizia e chiarezza sui fatti. Minori e famiglie hanno bisogno di tutele e protezione. E noi continueremo la nostra battaglia politica per ottenerle».