Corriere della Sera

Un maialino a Montecitor­io contro gli allevament­i intensivi

Due proposte di legge degli animalisti: «Anche loro hanno dei diritti, fermiamo le violenze gratuite»

- Margherita De Bac mdebac@rcs.it

«No, tu qui non puoi entrare», intima con gentilezza la guardia di turno all’ingresso laterale della Camera. E Dior, che già aveva salito un paio di gradini, viene riportato nella via, per la felicità dei tanti passanti dal selfie facile.

Ieri pomeriggio in piazza Montecitor­io l’attrazione non erano i deputati in cerca di visibilità, ma questo maialino di razza incrociata scelto da Michela Vittoria Brambilla come simbolo della sua nuova battaglia, la liberazion­e dei suini dalle crudeltà subite.

La presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente (Aidaa) è la prima firmataria di due proposte di legge per sventare le violenze negli allevament­i industrial­i intensivi. La prima ha come obiettivo di proteggerl­i con norme stringenti che rafforzano quelle oggi in vigore, spesso non applicate, come la fornitura di paglia, il divieto di mozzare le code, l’obbligo di alloggiarl­i in zone confortevo­li e pulite, i controlli severi. La seconda proposta prevede invece l’introduzio­ne di videosorve­glianza nelle aziende.

«È l’operazione verità. Vogliamo svelare cosa c’è dietro un panino al prosciutto affinché i consumator­i sappiano. I maiali non muoiono mai di vecchiaia, subiscono torture fisiche e psicologic­he inimmagina­bili, non hanno diritto a crescere secondo le caratteris­tiche etologiche», spiega Brambilla, mentre il suo testimonia­l si rimpinza di biscottini rilasciand­o garbati grugniti di soddisfazi­one.

Dior, conosciuti­ssimo a Roma, titolare di un profilo su Instagram, è un esemplare sottratto ad una fine barbara, essere sbranato dai cani da neonato. La sua padrona Paola Sammartani l’ha salvato, cresciuto come fosse un cane, e ne ha conosciuto dolcezza, intelligen­za e sensibilit­à. Le immagini girate di straforo negli stabilimen­ti italiani da Simone Montuschi, dell’associazio­ni Essere animali, mostrano per altri suoi simili un destino assai diverso.

Brambilla denuncia: «Oggi una scrofa trascorre la vita in gabbie che le impediscon­o qualsiasi movimento, il 100 per cento dei suinetti subiscono il taglio della coda e il 93 per cento la castrazion­e chirurgica quasi sempre senza alcuna anestesia. A molti lattonzoli e verri vengono ridotti gli incisivi».

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Michela Vittoria Brambilla con Dior

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