L’ANIMA VERDE DI ZUCCHERO «STO CON GRETA»
Il cantautore racconta la sua vita a km zero nella fattoria di Pontremoli: «Produco quello che mangio». E in un reportage l’amazzonia difesa dagli indios
Zucchero a chilometro zero. Non è un caso che il suo nuovo album si chiami D.O.C., il cantautore vive a Pontremoli in un mulino-fattoria quasi autosufficiente che ha ribattezzato Lunisiana Soul, un omaggio alla lunigiana che lo ospita e alla sua musica preferita. «Frutta e verdura, carne, latte, uova, olio e burro, coltiviamo i cereali per le farine con cui fare pasta e pane, facciamo le conserve, per il vino conferiamo le uve a un produttore... L’unica cosa che compriamo è l’acqua frizzante», racconta nell’intervista di copertina di 7, in edicola domani con il Corriere.
Una tenuta immersa nel verde, prati, campi e animali (compreso un pappagallo cinerino che svolazza per il salone), che Zucchero ha acquistato all’inizio degli anni Novanta, un periodo professionalmente pieno di successi, ma complicato sul fronte personale perché si era separato dalla prima moglie e stava attraversando un periodo di depressione. E proprio lì ha scelto di farsi fotografare per il servizio che accompagna l’intervista. «Decisi di comprare quel mulino abbandonato e farlo rinascere. Nel 1993 iniziai i lavori che mi aiutarono a uscire dalla depressione: mi tenevano il cervello occupato», racconta Fornaciari.
L’anima verde di Zucchero ha riflessi anche sulla sua musica. «Titolo del disco a parte, il 9 dicembre sarà ospite del Rainforest Fund a New York, un concerto benefico a sfondo green organizzato dal suo amico Sting (con cui rivaleggia nella produzione di vino) assieme a Bruce Springsteen e Ricky Martin. «È importante anche quello che fa una ragazza come Greta Thunberg. Spero solo che i giovani continuino questa sua
rivoluzione pacifica». Suo figlio Blue ha qualche anno in più dell’attivista svedese... «A volte la gente si stupisce e ci chiede perché non gli prendiamo la tal macchina o l’ultimo modello di telefono. Dobbiamo fare resistenza davanti alla forza del branco, ma non deve ostentare. Comunque parte tutto dalla famiglia: vedo famiglie, anche modeste, che dicono sì a qualsiasi richiesta dei figli. È diseducativo».
Il cantautore parla anche dei ricordi di famiglia, di un padre «alla vecchia maniera» che non esternava l’apprezzamento per i successi del figlio e di una mamma «orgogliosa» della carriera e dell’infanzia a Roncocesi, paesino che sembrava quello di «don Camillo e Peppone».
Nel resto del magazine, le pagine di Esteri ospitano Rocco Cotroneo che racconta i Guardiani dell’amazzonia: un gruppo di indios in difesa dei confini della foresta sudamericana. Armati di spingarde, cellulari e droni, localizzano i predatori di alberi e li costringono alla fuga. Alcuni sono già martiri, come Paulino, ucciso in un’imboscata a soli 26 anni. La sezione blu, dedicata alle vite private, presenta l’incontro di Luca Mastrantonio con lo storico israeliano Yuval Noah Harari. Nelle pagine del Tempo Libero Valerio Cappelli racconta la Vienna di Ludwig Van Beethoven.