Corriere della Sera

L’amore di Léontine Pur travolta dai debiti risparmiò i suoi dipinti

- Di Valeria Palumbo

Lei, Léontine Gruvelle, lavorava nel magazzino dei signori Morin. Noleggio di costumi per il teatro di Porte Saint-martin. Lui, Giuseppe De Nittis, era a Parigi da diversi mesi. Lei era rimasta presto orfana di madre: i Morin l’avevano accolta. Nel magazzino passavano diversi pittori. Anche Peppino era orfano da bambino. Ma certo non fu solo per questo che si piacquero: si trovarono simili. Si sposarono il 29 aprile 1869: Léontine aveva 25 anni, non una ragazzina. Peppino,

23. Si trasferiro­no in una casa in Rue Lepic, una strada di pittori, a Montmartre e lui, dopo un po’, per mantenere entrambi, riuscì a stringere un contratto con il mercante di quadri Adolphe Goupil.

Un buon colpo: poterono affittare una villetta per due estati lungo la Senna. Ci passavano tanti amici: dall’anarchico Carlo Cafiero ad Adriano Cecioni, amico prepotente e dilapidato­re che lei non sopportava, a Diego Martelli ed Édouard Manet.

Léontine è simpatica: stringe legami e amicizie. E posa per Peppino, anche in barca, lei che ha paura dell’acqua.

Poi la guerra franco-prussiana del 1870: Léontine e Giuseppe trovano rifugio a Napoli. Lì muore, a pochi mesi dalla nascita, la prima figlia. Il 19 luglio 1872 nasce, a Resìna, Jacques (che sarebbe scomparso a 34 anni). Nel marzo 1873, appena il bambino può viaggiare, tornano a Parigi, nella villetta acquistata in Rue de l’imperatric­e. La casa diventa, di nuovo, un riferiment­o per artisti e intellettu­ali dell’epoca: è lo stile di Léontine a renderla un vero salotto.

È una donna elegante, anche se il suo aspetto tradisce una sofferenza: forse per una strana febbre presa sulle pendici del Vesuvio, per seguire Giuseppe che dipinge il vulcano. In più è una mediatrice: quando si guastano i rapporti con Goupil, è a lei che il mercante scrive. Il debito contratto con lui è così alto che Léontine non l’ha ancora estinto a sei anni dalla morte del pittore. Nonostante i debiti, il pittore fa costruire una nuova villa in rue Viète: di nuovo Léontine la trasforma in un salotto mondano e culturale.

«Elle est mon camarade, mon confident, mon modèle et ma femme», dice Peppino della sua Titine, alla quale riconosce un peso fondamenta­le nella sua carriera. Lei rivendica

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