Daniel Craig, il detective che ricorda monsieur Poirot
K nives out è il titolo originale di Cena con delitto che riporta in auge il crime movie senza tradirne lo spirito, regista e sceneggiatore Rian Johnson, reduce da Star Wars.
Tornato sulla terra per un mistery da Agatha Christie con la domanda incorporata: chi è stato a tagliare la gola di un vecchio e ricco scrittore di noir (Plummer) la sera del suo 85° compleanno in villa? Suicidio? I conti non tornano.
Nella gotica casa s’aggirano (proprio vero che ogni famiglia è infelice a modo suo) i Thrombey, gruppo paleocapitalista pieno di scheletri negli armadi e soldi in cassaforte. La primogenita, tradita dal marito, comanda i giochi (brava e impassibile Jamie Lee Curtis), ma c’è anche un rampollo scavezzacollo trumpiano (è Chris Evans, Capitan
America). Dirige la segnaletica dei sospetti un detective che non alza né mani né voce, un perfetto Daniel Craig in attesa del 25° James Bond.
Con belle maniere, fra gente avida che si detesta, s’arriva a risolvere il caso dopo 130 divertenti minuti, un giro nell’ottovolante del «se fosse». Si pensa molto, anche per gli innesti humour, al classico di Neil Simon Invito a cena con delitto, ma il personaggio clou è la bella infermiera sud americana, profuga e vittima rifugiata dell’era razzista: diventerà l’ago della bilancia. Ad aiutare il sudoku dei giallisti, l’atmosfera, le penombre con boiseries e l’eccentricità calcolata dei personaggi, ciascuno a suo modo patologico rappresentante dell’american way of life.