Corriere della Sera

«Il regalo? Un’idea contro il razzismo»

- Arianna Ravelli

Per prendere un appuntamen­to con Franco Carraro bisogna inserirsi tra una riunione d’affari a Doha e una a Losanna al Cio. Gli 80 anni sono fuori dalla porta ( compleanno domani: auguri), ma li accoglie un uomo ancora impegnatis­simo e tot al mente immerso nel presente, nonostante da questa splendida villa sul Gianicolo — che dà sull’orto botanico e l’anfiteatro dell’arcadia, dove una volta all’anno vengono a recitare poesie—siano passati 50 annidi sporte politica. Mal’ u omo—nato a Padova, cresciuto a Milano, dove è stato anche presidente del Milan, sposato e vissuto a Roma dove è stato presidente di Figc e Coni e anche sindaco, vestito sempre di blu e che beve solo acqua non gasata — è poco incline alle celebrazio­ni.

« Ho una proposta per il calcio italiano » .

Prego.

«Abbiamo un serio problema con il razzismo. Lare pressione va bene ma limita il fenomeno senza superarlo. Facciamo qualcosa: istituzion­alizziamo che, difronte a un coro allo stadio, per le società si ano pronte pene severe e l ’arbitro sospenda subito la partita, a meno che tutto lo stadio non si metta ad applaudire. Un gesto semplice, che non costa fatica. Ma un segnale forte. Sono convinto che, alla terza o quarta volta che lo stadio si mette ad applaudire, il fenomeno finisce. È come con l’inno nazionale. Il presidente Ciampi voleva che gli atleti cantassero l’inno, io lo dissi in Figc nel 2000. Sembrava una cosa stravagant­e, adesso è un’abitudine. Lo stesso può succedere per l’ applauso contro il razzismo. Sarebbe orribile se la partita inaugurale dell’europeo a Roma fosse macchiata dai buu » .

Teme questo?

« Spero di no, ma è aumentato il rifiuto del diverso » .

Sport e politica, chi è messo peggio?

« In Italia penso che lo sport stia un po’ meglio del resto. In generale è un momento complicato. Se lei pensa che negli Stati Uniti, il Paese guida del mondo, c’è Trump. E che chi gli si oppone è rappresent­ato da ultra 70enni, Biden, Bloomberg, la Clinton. Dopo la caduta del mondo comunista, quello capitalist­a ha esagerato: la forbice tra chi ha di più e chi ha di meno sta diventando insopporta­bile, un capo azienda non può guadagnare duemila volte di più di un suo dipendente e uno sportivo non può guadagnare 4/5 volte più di lui. È tutto troppo » .

Lei che si dimette da presidente della Lega calcio per la valutazion­e di 5 miliardi di Paolo Rossi oggi che farebbe?

« Alla base del successo dello sport c’è la credibilit­à. Si è sempre dato del cornuto all’arbitro ma uno deve avere la sensazione che vinca i l più bravo o il più fortunato. Se il calcio diventasse solo show business rischiereb­be di fare la fine del pugilato: sparito. Per carità siamo molto lontani, ma tra vent’anni? » .

Che pensa del fair play finanziari­o?

« Mi sembra un fallimento totale » .

Che effetto le fa l’europeo itinerante?

« All’inizio un po’ strano, poi ho pensato: magari è un bel messaggio di unione per l’europa » .

Ha gestito Italia 90: organizzer­emo ancora un Mondiale?

« Intanto abbiamo MilanoCort­ina. Non sprecherem­o risorse perché sarà il Cio stesso a impedircel­o: deve dimostrare che non si costruisco­no più cattedrali nel deserto » .

Lei che ha scelto due c. t. campioni del mondo, Bearzot e Lippi, che pensa di Mancini?

« È bravo, ha stabilito un record con partite non impossibil­i. Ha ottenuto dai giocatori concentraz­ione e dedizione. La differenza poi la fa uno che su 5 palle segna 3/ 4 gol » .

Anche Conte le piace: dice che le ricorda Mennea.

«Vedo in loro quasi una forma di rivalsa, Conte come Mennea è sempre incazzato » .

Mette Rocco tra gli uomini importanti della sua vita.

« Fu l’artefice dei successi del mio Milan. E mi insegnò molto umanamente » .

Nel suo libro, « Mai dopo le ventitré » , scritto con Emanuela Audisio, dice che doveva occuparsi di più dell’addio.

« Ho avuto successo da presidente, ma se il Milan ha avuto tutti quei problemi dopo vuol dire che ho sbagliato io. Avevo incontrato Berlusconi nel ‘ 71 per venderglie­lo ma non se ne fece niente. Questo però dimostra che è falso che lui fosse interessat­o all’inter. Berlusconi, che ha vinto più di tutti, quando ha lasciato ha fatto il mio stesso errore » .

Ora al Milan come altrove le proprietà sono straniere.

« Succede quello che è successo nell’impresa, i nostri imprendito­ri hanno venduto senza pistole alla tempia. Quanto al Milan il fondo ha interesse a valorizzar­lo » .

L’hanno chiamata in tanti modi: poltroniss­imo...

« Azzeccata, ho sommato tante cariche, ma quando ne ho presa una, ho cercato di fare quello che era giusto » .

... l’andreotti o il Richelieu dello sport. Qualcuno ha paragonato la sua longevità al potere a quella di Castro.

« Mi sembra sproporzio­nato, loro hanno fatto la storia. Ma Richelieu sicurament­e no, l ui agiva nell’ombra, senza mai metterci la faccia. Io l’ho messa anche troppo. Andreotti era un politico di altissimo livello, forse più abile nella gestione e meno dotato di visione del mondo. Voleva gestirlo non cambiarlo » .

Cosa si rimprovera?

« A volte mi sono compiaciut­o di essere antipatico » .

La cosa di cui è più fiero?

« L’aver partecipat­o a Mosca 1980 rispettand­o il sacrificio degli atleti. Manteniamo i rapporti commercial­i e fermiamo solo lo sport? Sapevo che rischiavo di indebolire il Coni, ma per fortuna ci sono stati Mennea, Simeoni... » .

Oggi la riforma ha tolto potere al Coni.

« Dal 1945 al 2018 il presidente del Coni è stato il vero ministro dello Sport. Nel 2003 lo Stato ha iniziato a finanziare il Coni ed era inevitabil­e che qualcosa sarebbe cambiato: Petrucci e Malagò s ono stati bravi a prendere i soldi, ma continuare a gestire. Una riforma era ed è nell’ordine delle cose. È chiaro che quando cambi un si stema che è stato in vigore per 73 anni e lo fai poi attraverso poche righe nella legge di stabilità, ci sia un momento di passaggio. Mi auguro che prevalga la collaboraz­ione tra governo, Sport e Salute e Coni e che si trovino soluzioni l ogiche. Tenendo bene a mente tre fatti: 1) che lo sport è basato sul volontaria­to, 2) che è il ministero della Pubblica istruzione e l’organizzaz­ione scolastica che decidono se incrementa­re o meno lo sport nella scuola, 3) che la salute la gestiscono le Regioni con i soldi dello Stato » .

Ho una proposta per il calcio: al primo coro l’arbitro deve sospendere la gara. A meno che tutti gli spettatori non si mettano a battere le mani, un gesto semplice che può risolvere

” Mi hanno chiamato l’andreotti e il Richelieu dello sport Mi sembra esagerato, e poi Richelieu non ci metteva la faccia, io l’ho messa anche troppo

La cosa di cui vado più fiero è aver partecipat­o a Mosca ’80 rispettand­o il sacrificio degli atleti. Mancini mi piace e Conte mi ricorda Mennea: è sempre incazzato come lui

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Da sinistra, Franco Carraro, Gianni Rivera, Nereo Rocco e Federico Sordillo con la Coppa dei Campioni
Presidente rossonero Da sinistra, Franco Carraro, Gianni Rivera, Nereo Rocco e Federico Sordillo con la Coppa dei Campioni

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