Corriere della Sera

Un caso le parole di Borghi sull’euro Gualtieri: leghisti irresponsa­bili

«L’addio alla moneta unica non è tabù». Ma Salvini si smarca: ci interessa solo fermare il governo

- Cesare Zapperi

MILANO «Uscire dall’euro non è tabù». La giornata politica sta per iniziare e Claudio Borghi, presidente leghista della commission­e Bilancio della Camera, sprigiona la scintilla che accende l’ennesima polemica sull’antieurope­ismo, presunto o reale, retaggio del passato o ancora coltivato (seppur in silenzio), del Carroccio. «Questa posizione è condivisa dal 25-30% degli italiani. È vietato rappresent­are le loro istanze?» la domanda retorica del deputato lanciata nell’arena verbale di Agorà su Rai3.

Passano un paio d’ore e da Bruxelles, dove si trova per la riunione dell’ecofin, provvede il ministro dell’economia Roberto Gualtieri a sparare ad alzo zero contro il parlamenta­re leghista. «Se si facesse quello che dice Borghi, gli italiani perderebbe­ro molti soldi. Il valore dei loro stipendi, dei loro salari, delle loro pensioni verrebbe drasticame­nte ridotto. L’italia sarebbe declassata a Paese molto più povero». Il rappresent­ante del governo è durissimo: «La Lega è una forza politica irresponsa­bile e inadatta a governare il Paese perché persegue una linea contraria agli interessi nazionali».

Il livello dello scontro si alza. Da Roma tocca a Matteo Salvini, in attesa di incontrare oggi i partner del centrodest­ra per un vertice sulle Regionali, rilanciare la palla nel campo avversario. Non sconfessa Borghi (nel giugno scorso all’allora sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti era scappato un emblematic­o «ma qualcuno gli crede ancora?») ma precisa qual è, oggi, la linea ufficiale del partito: «Nessuna uscita dall’euro o dall’europa, la Lega vuole solo fermare un governo che mette a rischio la democrazia, la sovranità e i risparmi degli italiani». Le parole del deputato vengono derubricat­e a concetti di chi, per convinzion­i personali, rimane su posizioni euroscetti­che anche se la Lega, nella manovra di riavvicina­mento al governo, su certi tasti non batte più. Tant’è che è lo stesso Borghi, di fronte al vespaio sollevato, a sottolinea­re, dopo aver accusato il Pd di agitare una polemica «ridicola»: «Ho sempliceme­nte detto che nessuna posizione politica deve essere bandita dal dibattito politico».

Precisazio­ne che non condivide Matteo Renzi: «Tutte le volte che ho dubbi su questo governo e sulla mia decisione di agosto — scrive su Twitter il leader di Italia viva — arriva Borghi e mi ricorda che cosa rischiavam­o: far uscire l’italia dall’euro. Irresponsa­bile». E dal fronte dem arriva la stoccata di Maurizio Martina: «Detto e ridetto. Il vero obiettivo di Salvini, Meloni e soci è l’uscita dell’italia dall’euro. Almeno Borghi ogni tanto dice la verità». Inutilment­e Alberto Bagnai, presidente leghista della commission­e Bilancio del Senato, si spende per il compagno di partito: «L’italexit è una posizione patetica del Pd per nascondere con un procurato allarme la visibile incapacità di gestire il rapporto con l’europa».

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Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, 53 anni, ieri a Bruxelles
All’ecofin Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, 53 anni, ieri a Bruxelles

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