Corriere della Sera

«Lo Stato è pronto a fare la sua parte se Arcelor non licenzia»

Il ministro Boccia: si va avanti a trattare

- di Lorenzo Salvia

ROMA Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, con Arcelormit­tal è finita qui o ci sono ancora margini per negoziare?

«I margini ci sono sempre. Ma è evidente che non si può considerar­e negoziato un incontro in cui un colosso dell’acciaio, che fa utili in tutto il mondo, mette sul tavolo 4.700 esuberi, praticamen­te

la stessa cifra che aveva fatto deflagrare la questione».

Ma per voi c’è un numero di esuberi «accettabil­e»?

«No, non c’è. La questione degli esuberi deve sparire dal tavolo del negoziato».

Allora temo che sarà difficile mettersi d’accordo.

«Non è detto. Se Arcelormit­tal si impegna a mantenere gli organici, come previsto dal contratto che ha firmato poco più di un anno fa, lo Stato è pronto a fare la sua parte per garantire la riconversi­one green di Taranto».

E quanto sarebbe disposto a mettere lo Stato?

«È ancora presto per dirlo. Ma lo Stato potrebbe farsi carico di contribuir­e al sostegno di un piano industrial­e in grado di mettere insieme bonifiche e riconversi­one green degli impianti, con la decarboniz­zazione che consentire­bbe di abbattere le emissioni».

Ma si tratta di un processo molto lungo.

«Sì, parliamo di qualche anno. Me durante la fase di riconversi­one, quando la produzione sarà più bassa, lo Stato farebbe la sua parte garantendo la cassa integrazio­ne agli operai che dovessero essere considerat­i in esubero. Ma solo con l’impegno che nel medio periodo, quando la produzione tornerà a salire, vengano tutti riassorbit­i, gli 8 mila di Taranto e gli altri 2.700 degli altri impianti».

Ma crede che una proposta del genere possa essere accettata da Arcelormit­tal?

«Non lo so. Il mediatore è il ministro Stefano Patuanelli, che è molto bravo. Ognuno di noi può dare un consiglio, specie chi conosce quel territorio. Ma a guidare è lui e di lui ci fidiamo».

A proposito di fiducia tra alleati, sulla legge di Bilancio siamo allo scontro totale, con Renzi che chiede di

cancellare le tasse su plastica e auto aziendali. Ma la riuscirete ad approvare questa manovra oppure salta tutto?

«Ma sì, sono confronti fisiologic­i e confido nella mediazione del ministro Gualtieri. Tuttavia ricordo a tutti, ma proprio a tutti, che con il governo precedente abbiamo avuto un costo molto alto degli interessi sui titoli di Stato. Non mi pare il caso di tornare a quella stagione per piccole richieste di parte. Rivendichi­amo insieme le cose che sono state fatte da questo governo. Non stiamo lì a piazzare le bandierine ognuno per conto proprio».

E alla manovra sarà collegato anche il «suo» ddl sull’autonomia delle Regioni?

«Sì, e mi auguro che il Parlamento lo possa migliorare ancora. È chiaro che in un Paese dove 10 milioni di persone vivono in zone svantaggia­te, le cose non migliorano da sole. Serve un intervento perequativ­o e di riequilibr­io».

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Il lavoro

La questione degli esuberi deve sparire dal tavolo del negoziato con l’azienda

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Le bonifiche

Sì a un piano in grado di mettere insieme bonifiche e riconversi­one verde degli impianti

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