Corriere della Sera

5 Stelle a corto di candidati Parte il tam tam per le Regionali

- E. Bu.

Un paradosso del voto sul web. Prima gli attivisti chiedono al Movimento di correre in Emilia-romagna e Calabria, poi però gli stessi militanti si sfilano: pochi sono disposti a mettersi in lista alle prossime Regionali di gennaio. Ecco perché ieri sulla piattaform­a Rousseau è stata annunciata una proroga: «Il termine per la chiusura delle candidatur­e — aperte lo scorso 25 novembre, oltre dieci giorni fa — per le regionarie della Calabria e dell’emilia-romagna è stato prorogato a lunedì 9 dicembre alle ore 18», si legge. La situazione nelle due Regioni interessat­e dal voto è ancora in alto mare. Tra alcuni militanti è addirittur­a partito un passaparol­a telefonico, un tam tam per sondare il terreno sulla disponibil­ità a candidarsi come consiglier­e per il Movimento. Al voto ormai mancano circa cinquanta giorni e il cantiere pentastell­ato è più che mai aperto, la campagna elettorale non è ancora iniziata. In Calabria le frizioni tra parlamenta­ri sono sempre sottotracc­ia, ma si ragiona per creare un polo alternativ­o in grado di superare la soglia di sbarrament­o (alta). Ecco perché il Movimento ha proposto all’imprendito­re Maurizio Talarico, il «re delle cravatte», di scendere in campo come capolista in una lista civica incentrata sui temi della legalità, essendo lo stesso Talarico «espression­e di rinnovamen­to». L’imprendito­re per ora si è riservato di pronunciar­si sulla proposta, ma una decisione è attesa — visti anche i tempi contingent­ati — a breve. C’è chi nel Movimento guarda ancora a una alleanza, a una convergenz­a su Pippo Callipo con i dem. Un’ipotesi però molto improbabil­e, anche perché in questo caso i vertici sarebbero pronti a fare tabula rasa, non concedendo l’uso del simbolo ed estromette­ndo di fatto il Movimento dalla competizio­ne elettorale. Intanto sia sul fronte locale sia sul fronte parlamenta­re si rincorrono voci di nuovi addii nel Movimento. A Palazzo Madama si parla di un mini-strappo di due-tre senatori.

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