Un passato di violenza (e prigione) Il caso del regista «eroe» delle banlieue
«Les Misérables» di Ladj Ly ha conquistato la Francia. Ma rispuntano vecchi reati
PARIGI Il film «Les Misérables» ha vinto il premio della giuria a Cannes e rappresenterà la Francia agli Oscar e ai Golden Globes. La storia dei ragazzini e dei poliziotti di banlieue raccontata dal regista Ladj Ly, nato in Francia da genitori del Mali, è diventata un fenomeno sociale, da novembre a oggi l’hanno vista quasi due milioni di francesi. Tra loro il presidente Emmanuel Macron, che ha subito chiesto al governo di «farsi venire delle idee» per aiutare i giovani delle periferie.
Il regista Ladj Ly, 39 anni, nato a Montfermeil come i protagonisti del suo film, è diventato in fretta una star contesa da radio e tv e in questi giorni viaggia tra Parigi e Los Angeles per sostenere la candidatura dei «Misérables». Per qualche tempo è sembrato che la Francia avesse trovato una nuova voce, capace di raccontare la banlieue senza manicheismi. Ladj Ly appariva come un figlio delle periferie duro e coraggioso ma comunque in grado di raccogliere il rispetto di tutti: ragazzi, poliziotti, politici di destra e di sinistra.
L’incanto è durato poco. Il settimanale conservatore Causeur, subito ripreso da Valeurs Actuelles della stessa area, ha rivelato che il nuovo beniamino della Francia «plurale e diversa» nel 2011 era stato condannato a tre anni di carcere per tentato omicidio nell’ambito di un’azione sessista e islamista contro la sorella di un amico. «Il regista più amato dai media e dall’“ideologia della diversità” ha un passato molto pesante», si legge nel servizio di Causeur, che non riesce a nascondere una certa soddisfazione per avere riportato a terra il nuovo idolo dei progressisti.
In realtà, il regista non è stato condannato per tentato omicidio, ma per altri reati (comunque gravi, come vedremo). Facendo leva su questo errore di partenza, i suoi difensori hanno reagito con forza e hanno provato a ristabilirne l’immagine di uomo senza ombre.
L’artista che aveva saputo unire la Francia, proprio come la vittoria ai mondiali nella scena di apertura del film, è diventato un ennesimo motivo di divisione. Da una parte quelli che adesso lo considerano il solito pregiudicato di periferia, pronto oltretutto ad
Scontro ideologico
Lo accusano di aver compiuto un attacco islamista e sessista, chi lo difende parla di razzismo
accampare l’eterna scusa del razzismo; dall’altra quelli che minimizzano il suo passato, e sono convinti che prendendosela con lui i reazionari vogliano attaccare la Francia multiculturale.
La questione è ormai inquinata dall’ideologia. I fatti sembrano dare torto a entrambe le fazioni, ma sono comunque gravi.
Nel 2011 Ladj Ly aiutò l’amico Amad Ly a dare una lezione alla sorella di quest’ultimo, che aveva una relazione con il marito della cugina. Non ci fu alcun tentato omicidio e durante il processo la questione dell’islamismo non venne mai evocata, comunque Amad Ly picchiò la sorella rompendole un dito e procurandole un trauma cranico. Poi, con l’aiuto del regista, prese il marito della cugina, lo rinchiuse nel bagagliaio dell’auto, lo portò in un bosco per picchiarlo e minacciarlo. L’uomo, ferito al volto, riuscì a scappare.
Ladj Ly è stato condannato a tre anni, poi ridotti a due in appello, per complicità in sequestro di persona. Come nel caso di Roman Polanski, è possibile tenere distinta l’opera d’arte dal suo autore. Ma la marcia verso l’oscar, che fino a qualche giorno fa sembrava trionfale, si fa più complicata.