Corriere della Sera

I RAGAZZI NON RINUNCINO AD UN IMPEGNO IN POLITICA

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Caro direttore, il 27 marzo ho raggiunto la maggiore età, traguardo che si concilia con l’acquisizio­ne dei diritti e dei doveri che portano ad una completa autonomia e responsabi­lità. Nonostante l’ottima affluenza giovanile verificata­si alle elezioni europee, noto con grande preoccupaz­ione un disinteres­se dei miei coetanei nelle questioni politiche. La politica è fondamenta­le per risolvere le tematiche socio-economiche, dunque, è necessario eleggere figure giovani che stimolino gli adolescent­i e li coinvolgan­o. L’elezione della nuova premier finlandese Sanna Marin non deve essere un miraggio, ma un obiettivo che l’italia si deve prefissare il prima possibile.

Lorenzo Abbà

Caro Lorenzo,

L’Italia sta diventando un «Paese per vecchi» e capisco il senso di isolamento e di insoddisfa­zione che può provare un ragazzo che ha appena compiuto 18 anni. Il Paese sembra aver dimenticat­o quanto sia importante costruire il suo futuro investendo su un’istruzione diffusa e di alto livello, sulla crescita del numero dei laureati, sulla creazione di opportunit­à di lavoro vere per i giovani. Non sussidi ma opportunit­à reali che servano a evitare il lunghissim­o limbo in cui vivono tanti italiani under 30 (e spesso anche 40): una condizione di lunga precarietà fatta di lavoretti, contratti a termine, quando va bene, anni passati a vivere con le famiglie e sempre di più a spese dei nonni. È comprensib­ile che si diffonda un sentimento di disaffezio­ne e di distacco rispetto alla partecipaz­ione a una vita politica vissuta come distante se non addi-rittura nemica.

Non dobbiamo però generalizz­are: il movimento per la difesa dell’ambiente e per la sostenibil­ità ha come protagonis­ti tantissimi giovani. Prima tra tutti Greta. Non c’è niente di più politico che un impegno di questo tipo, visto che la battaglia riguarda il destino della nostra Terra e delle nostre vite. Al di là delle divisioni comprensib­ili di schieramen­to partitico, anche le piazze che si sono riempite di ragazzi in questo ultimo mese sono un segnale importante: quando si decide di partecipar­e, di esserci, di contare è sempre un bel momento per la nostra democrazia. Penso che ogni ragazza e ragazzo italiani debba e possa far sentire la propria forza d’urto: pretendere uguaglianz­a di opportunit­à e incentivi all’innovazion­e (se non la promuovono e cavalcano i giovani chi può farlo?) è possibile. Così come è giusto impegnarsi per cambiare il sistema dei partiti e della rappresent­anza. Niente accadrà se non ci si espone in prima persona. E il sogno di vedere una Sanna Marin italiana credo non sia così impossibil­e.

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