Corriere della Sera

Carbone per noi che voltiamo la testa

- Di Pierluigi Battista

Auguri sentiti, al di là di tutte le confession­i e gli ideali professati, ai perseguita­ti che vengono vessati senza che noi europei e occidental­i, i campioni dell’ipocrisia e della declamazio­ne retorica sui diritti e valori universali, apriamo bocca per denunciare quei crimini. Auguri ai curdi, inseguiti e discrimina­ti dalle feroci milizie turche, dopo che avevano eroicament­e fronteggia­to l’isis. Auguri agli uiguri, la minoranza musulmana in Cina, deportati a centinaia di migliaia nei campi di concentram­ento nel silenzio di chi non vuole turbare i proficui rapporti con Pechino. Auguri ai morti e rifugiati del popolo islamico Rohingya, massacrato dalla Birmania di San Suu Kyi, incredibil­mente Premio Nobel per la pace. Auguri ai cristiani dell’arabia Saudita uccisi perché in possesso di un rosario o di un crocefisso, ai cristiani del Pakistan accusati di blasfemia solo perché onorano il loro Dio, ai cristiani della Nigeria sterminati dai fanatici terroristi islamisti. Auguri alle donne che in Iran si strappano in piazza il velo dell’oppression­e e vengono incarcerat­e e oppresse. Auguri agli omosessual­i russi che a Mosca vengono picchiati con inaudita violenza non appena osano manifestar­e il loro orgoglio gay. Auguri agli omosessual­i palestines­i perseguita­ti e costretti a riparare nel civile e democratic­o Stato di Israele. Auguri ai siriani fatti fuori a centinaia di migliaia dal tiranno Assad, nel silenzio complice della comunità internazio­nale. Auguri a Ayaan Hirsi Ali, messa al bando dalle università americane prese in ostaggio dai fanatici intolleran­ti che non sopportano le sue battaglie contro il fondamenta­lismo islamista. Auguri ai profughi dei campi di concentram­ento in Libia che scappano dalla miseria più totale, torturati e stuprati nell’assoluta impotenza dell’onu e dell’europa che consegna silente la Libia alla Russia e alla Turchia di Erdogan, e che suscitano attenzione solo se a pochi chilometri dalle cose europee. Auguri ai venezuelan­i vessati dal regime di Maduro, ai cubani vessati dal regime castrista, al popolo dell’amazzonia vessato dal regime di Bolsonaro. Auguri a tutti loro, e carbone amaro a vagonate per noi che voltiamo la testa dall’altra parte, che preferiamo far finta di niente per non rovinare i rapporti con le potenze che reggono l’economia del mondo. Per la difesa dei diritti umani non c’è più posto.

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