Corriere della Sera

Inzaghi ora pensa in grande e alla Juve viene un dubbio...

Simone era l’idea per il dopo Allegri. «Scudetto? I sogni diventano realtà»

- DAL NOSTRO INVIATO p. tom.

RIAD Finisce con il volo sicurament­e più inaspettat­o, almeno dal pubblico arabo che intona «Cristiano, Cristiano» a più riprese: non è quello di Ronaldo, ma quello dell’aquila laziale, con tanto di inno ufficiale sparato a palla nel piccolo King Saud University Stadium. Ed effettivam­ente quella di Simone Inzaghi è una squadra rapace, che dopo otto successi di fila in campionato va a prendersi la Supercoppa così come si era presa i tre punti con la Juve a Roma due settimane fa.

Stesso risultato, ma emozioni molto diverse. Perché questo trofeo, già sottratto a Madama nell’agosto 2017, per la Lazio è un’altra cosa, anche rispetto all’ultima Coppa Italia vinta contro l’atalanta. Questo è il biglietto d’ingresso ufficiale per la lotta scudetto. «Continuand­o così i sogni si trasforman­o in realtà» dice il presidente Lotito. E anche Simone Inzaghi (tre trofei da allenatore e sette da giocatore in carriera) adesso ha voglia di pensare in grande: «Al di là del sogno tricolore dobbiamo lavorare per goderci serate come queste: ce ne sono state diverse in tre anni e mezzo ed è il frutto di questi ragazzi, che continuano a crederci. Abbiamo fatto qualcosa di magico, in due settimane battere due volte la Juve è incredibil­e. Stasera è una vittoria meritata di un gruppo forte che ha sempre creduto in quello che facevamo, si meritano tutto questo. Una dedica? Penso a tutte le persone che sono sempre state con me, mia moglie i miei figli. In questi anni non ho mai avuto particolar­i problemi, ma in determinat­i momenti in cui le cose non andavano so chi c’è stato e chi non c’è stato».

Di sicuro c’è stata la Juve, che ha cominciato a tenere d’occhio Inzaghi già nel 2017,

quando da tecnico emergente ne aveva scalfito il dominio con due vittorie, una anche allo Stadium con doppietta di Immobile. E la Signora aveva pensato a Inzaghi junior anche per il dopo Allegri. Le presentazi­oni non servono, perché Simoncino è cresciuto nel Piacentino dietro al fratello Filippo, coetaneo, amico e compagno di calcio di Fabio Paratici, direttore dell’area sportiva juventina. Ma anche gli omaggi non sono graditi, vatti a fidare degli amici: «Ero fiducioso anche alla vigilia — spiega l’allenatore della Lazio —. La Juve l’ho vista meglio all’olimpico, ma ha perso una grande squadra. Non so se ci sono crepe nel suo dominio, punti deboli ne hanno davvero pochi. Il nostro segreto è stata la lucidità delle scelte, al momento giusto e con gli uomini giusti: Luis Alberto stava giocando benissimo ma l’ho tolto perché temevo per lui un’altra ammonizion­e. Se guardo la rosa bianconera e i giocatori che sono entrati dalla panchina, sono ancora più orgoglioso dell’impresa che abbiamo fatto: questo gruppo da tre anni e mezzo mi fa emozionare». Idee chiare, squadra collaudata, qualità in crescita esponenzia­le. Il dubbio dopo le uniche due sconfitte juventine della stagione è prematuro, ma lecito: e se fosse stato Inzaghi l’uomo giusto su cui puntare?

 Il segreto Questo gruppo da tre anni e mezzo mi fa emozionare. Il nostro segreto? La lucidità

 ?? (Getty Images) ?? Baccio Simone Inzaghi, 43 anni, con la Supercoppa
(Getty Images) Baccio Simone Inzaghi, 43 anni, con la Supercoppa

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy