La proposta sulla riforma Bonafede: stop massimo di tre anni e mezzo. Castaldo (M5S): sbagliato agire così Prescrizione, il Pd sfida l’alleato. FI: bene
«Nulla di nuovo». Da via Arenula non filtra la sorpresa del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sulla proposta del Pd per scongiurare lo stop alla prescrizione che scatterà dal primo gennaio.
Eppure il disegno di legge presentato ieri dai dem alla Camera, che alla ripresa sarà depositato anche al Senato, è in grado di mettere in serio imbarazzo il governo. Ha già ottenuto il consenso di Forza Italia che ne rivendica la primogenitura e si dice pronta a votarlo. E potrebbe ottenere anche i voti dei molti contrari alla riforma Bonafede. Il leader del Pd, Nicola Zingaretti, rassicura: «Il senso della nostra iniziativa guarda agli interessi del Paese, dei cittadini e delle imprese, al rispetto della certezza del diritto e della legalità». Dal M5S si sono levate già le prime voci contrarie. Ma Bonafede ha preferito tacere. Rinviando ogni discussione al vertice con gli alleati di governo, già fissato per il 7 gennaio a Palazzo Chigi.
Ma di cosa si tratta? La legge «spazzacorrotti» farà fermare il conto alla rovescia dei processi dopo il primo grado di giudizio. Il disegno di legge del Pd, per le sentenze di condanna, prevede dopo il primo grado che la prescrizione si fermi di due anni e che poi torni a decorrere nel caso in cui il processo di appello sia concluso. Lo stop è aumentato di ulteriori sei mesi se nel giudizio di appello «è disposta la rinnovazione dell’istruzione dibattimentale». In caso di ricorso in Cassazione, poi, si prevede la sospensione di un altro anno. In tutto tre anni e sei mesi di stop.
«Siamo sicuri che in questo modo non si prescriverà neanche un processo in Appello e in Cassazione, ma lasciamo una barriera finale per evitare i processi infiniti», spiegano i dem. Il ddl ricalca in gran parte la riforma Orlando che non piaceva ai 5 Stelle. E crea una distinzione tra condanne e assoluzioni («secondo noi è il minimo sindacale», spiega il capogruppo pd in commissione Giustizia alla Camera Alfredo Bazoli).
«Il nostro obiettivo non è far cadere il governo — giura il responsabile Giustizia Walter Verini —, il Governo andrà avanti se avrà delle cose da fare. Solo che siamo in una coalizione. Tre forze dell’attuale maggioranza si sono contrapposte quando il precedente governo ha presentato e approvato la legge sulla prescrizione. Essendo una coalizione ci aspettiamo che il ministro della Giustizia e il premier facciano una sintesi». Se, però, dal M5S non dovessero arrivare aperture, avverte
Verini, «la proposta verrà discussa in sede parlamentare come è normale che sia».
L’occhio va a Forza Italia che accusa il Pd di «faccia tosta», per aver prima respinto più volte la proposta forzista provocando l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione e poi aver presentato un testo «con gli stessi contenuti». Una sorta di «pillola del giorno dopo» la chiama Francesco Paolo Sisto. Come anticipa Enrico Costa, tuttavia, FI «l’8 gennaio la voterebbe in un minuto». Mentre il M5S con Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente dell’europarlamento, attacca: «Il Pd sbaglia cercando di sparigliare le carte, sarebbe meglio discutere nella maggioranza».