Corriere della Sera

«Dem remissivi con il Movimento Potremmo fare un nostro testo»

Il renziano Faraone: no al piano del governo, pronti a votare col centrodest­ra

- di Maria Teresa Meli

ROMA Senatore Davide Faraone, il 7 gennaio nel vertice di maggioranz­a si parlerà anche di prescrizio­ne?

«Purtroppo sarà l’ennesima volta in cui ci si dovrà confrontar­e su due modelli opposti: il nostro e il loro. Se si shakerasse­ro insieme tutte le posizioni dei 5 Stelle sulla revoca delle concession­i, lo scudo penale dell’ex Ilva, l’abolizione della prescrizio­ne senza avere la garanzia di processi con tempi certi ne verrebbe fuori un modello che nulla ha a che fare con lo Stato di diritto. E a noi dispiace doverci confrontar­e con un’impostazio­ne culturale agli antipodi della nostra».

Senatore, una volta ha detto che se il ministro Alfonso Bonafede non avesse cambiato idea sulla prescrizio­ne, lei sarebbe stato disposto a votare anche la proposta di Forza Italia. Vale lo stesso per il provvedime­nto del Pd?

«Sinceramen­te io preferisco votare i provvedime­nti che presenta Italia viva. Comunque, se devo dire sul tema della prescrizio­ne sono molto piu vicino al Pd e a Forza italia. Se non ci dovessero essere novità, se Bonafede continuass­e a intestardi­rsi peer avere dei processi che durano una vita, noi saremmo disponibil­i a votare quei provvedime­nti che ci trovano d’accordo. L’italia è un Paese in cui ogni otto ore un innocente va in carcere e dove il 75% degli indagati risultano innocenti, questi sono i numeri e quindi io ritengo che in Parlamento ognuno sarà libero di fare come vuole».

Che ne pensa della mossa del Pd?

«Spero non sia solo tattica, finora abbiamo registrato troppa remissivit­à nei confronti delle iniziative del M5S, credo che tutte le azioni che vanno nella giusta direzione siano utili e vadano prese in consideraz­ione pur di uscire da questa situazione creata dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega. Matteo Salvini fa il furbo ora, ma la colpa è anche sua: ha accettato l’abolizione della prescrizio­ne in cambio della promessa di un’accelerazi­one dei tempi dei processi che poi non c’è stata. Così ora noi ci ritroviamo con un provvedime­nto illiberale e contrario a tutti i principi del garantismo. Il fatto che lo stato di diritto in Italia sia messo in discussion­e è intollerab­ile. L’impostazio­ne giustizial­ista dei grillini secondo i quali sono tutti colpevoli è un abominio e ci vedrà sempre contro».

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Al vertice del 7 gennaio ci si dovrà confrontar­e su modelli opposti: il nostro e quello dei 5 Stelle E in Parlamento ognuno sarà libero di fare come vuole

Chi dovrebbe mediare? Il premier?

«Assolutame­nte sì. Spetta a Giuseppe Conte. Anche se, per la verità, tutte le volte il premier si è espresso a favore dell’impostazio­ne del Movimento 5 Stelle. Ma se questo non dovesse succedere nessuno si potrà aspettare che noi di Italia viva resteremo fermi. No, nessuno si potrà meraviglia­re, se non ci dovesse essere nessun cambiament­o o mediazione, di vederci votare a favore di proposte dell’opposizion­e o prendere nostre iniziative autonome».

Cioè potreste presentare una proposta anche voi?

«Non lo escludo affatto, i tempi della giustizia devono essere certi e la presunzion­e di innocenza deve essere garantita. Non assisterem­o a braccia conserte allo smantellam­ento di uno dei pilastri di uno stato diritto».

Però quando avete fatto nascere questo governo conoscevat­e le idee dei 5 Stelle.

«Com’e noto lo abbiamo fatto per evitare l’aumento dell’iva, 23 miliardi lasciati in eredità dai gialloverd­i, che sarebbe stato inevitabil­e. Però per noi questa è un’esperienza di governo figlia di uno stato di necessità, altri partiti, come il Pd, invece vorrebbe fare un nuovo Ulivo con gli alleati di oggi. Comunque i 5 Stelle non possono prevaricar­e, in Parlamento sono minoranza sulla prescrizio­ne. Non pensino che siccome hanno fregato Salvini ora riescono a fregare anche noi».

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