Milleproroghe in stallo Pesa il caso Autostrade
Decreto a Palazzo Chigi. Di Maio: concessione, revoca irrinunciabile
A piccoli passi. Dopo una settimana di «salvo intese», il Milleproroghe è arrivato a Palazzo Chigi. Dopo giorni di limature al ministero dell’economia, il testo, che già ieri era atteso sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’ok finale e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è ora al vaglio del capo del governo che potrebbe inviarlo oggi al Quirinale. Ma è quel «salvo intese» con cui è stato licenziato dal consiglio dei ministri lo scorso 21 dicembre ancora il principale nodo da sciogliere. Non è una questione di coperture, «quelle ci sono» assicurano dal Mef. Resta ancora la questione Autostrade e in particolare quell’articolo numero 38 del decreto che riscrive le regole sulle concessioni e sulle revoche e gli indennizzi da pagare alle società.
Una norma irrinunciabile per Luigi Di Maio che ancora ieri ha ribadito come «una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo nel 2020 dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade con l’affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali». Nel Milleproroghe viene previsto infatti che Anas assuma la gestione di strade e autostrade in caso di sospensione, revoca o decadenza della società concessionaria e in attesa che ne venga nominata una nuova. E vengono rivisti gli indennizzi. Una norma che sembra preparare la revoca ad Autostrade per l’italia dopo il crollo del Ponte Morandi. E che se trova dalla stessa parte Cinque Stelle e Pd, continua a non convincere gli altri alleati di governo, i renziani di Italia Viva, che promettono battaglia durante la discussione in Parlamento. «Di fronte all’idea che si fanno regole per poi cambiarle in corso d’opera, diciamo no», ribadisce il senatore Iv Davide Faraone.
Ma il leader dei Cinque
Stelle non molla e anzi rilancia dalla sua pagina Facebook: «Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta e noi gliela daremo, non solo a loro, ma a tutto il Paese». E definisce «una sciocchezza vera e propria» la
questione dei 23 miliardi di indennizzo che lo Stato dovrebbe ad Autostrade in caso di revoca delle concessioni. Le nuove regole farebbero scendere a 7 miliardi quella cifra minacciata da Autostrade in caso di rescissione. La battaglia rischia quindi di inasprirsi ulteriormente. E questo, denuncia il governatore della Liguria Giovanni Toti, a scapito delle emergenze: «La gazzarra tra ministri con opinioni diverse ha di fatto paralizzato ogni tipo di dialogo».
In realtà, ieri, durante un incontro al ministero dei Trasporti sulle criticità della rete autostradale in particolare per Liguria, Marche e Abruzzo, Autostrade per l’italia ha fatto sapere di «valutare soluzioni di agevolazione tariffaria all’utenza quale parziale compensazione dei disagi dovuti ai maggiori tempi di percorrenza». Non solo. Anticipando la norma già prevista nel Milleproroghe, Autostrade ha anche comunicato al Mit di prorogare la sospensione «su base volontaria» dell’aumento dei pedaggi già previsto per il 2019.
I pedaggi Prorogata la sospensione dell’aumento dei pedaggi