Corriere della Sera

Milleproro­ghe in stallo Pesa il caso Autostrade

Decreto a Palazzo Chigi. Di Maio: concession­e, revoca irrinuncia­bile

- Claudia Voltattorn­i © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A piccoli passi. Dopo una settimana di «salvo intese», il Milleproro­ghe è arrivato a Palazzo Chigi. Dopo giorni di limature al ministero dell’economia, il testo, che già ieri era atteso sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’ok finale e la successiva pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale, è ora al vaglio del capo del governo che potrebbe inviarlo oggi al Quirinale. Ma è quel «salvo intese» con cui è stato licenziato dal consiglio dei ministri lo scorso 21 dicembre ancora il principale nodo da sciogliere. Non è una questione di coperture, «quelle ci sono» assicurano dal Mef. Resta ancora la questione Autostrade e in particolar­e quell’articolo numero 38 del decreto che riscrive le regole sulle concession­i e sulle revoche e gli indennizzi da pagare alle società.

Una norma irrinuncia­bile per Luigi Di Maio che ancora ieri ha ribadito come «una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo nel 2020 dovrà essere la revoca delle concession­i ad Autostrade con l’affidament­o ad Anas e il conseguent­e abbassamen­to dei pedaggi autostrada­li». Nel Milleproro­ghe viene previsto infatti che Anas assuma la gestione di strade e autostrade in caso di sospension­e, revoca o decadenza della società concession­aria e in attesa che ne venga nominata una nuova. E vengono rivisti gli indennizzi. Una norma che sembra preparare la revoca ad Autostrade per l’italia dopo il crollo del Ponte Morandi. E che se trova dalla stessa parte Cinque Stelle e Pd, continua a non convincere gli altri alleati di governo, i renziani di Italia Viva, che promettono battaglia durante la discussion­e in Parlamento. «Di fronte all’idea che si fanno regole per poi cambiarle in corso d’opera, diciamo no», ribadisce il senatore Iv Davide Faraone.

Ma il leader dei Cinque

Stelle non molla e anzi rilancia dalla sua pagina Facebook: «Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta e noi gliela daremo, non solo a loro, ma a tutto il Paese». E definisce «una sciocchezz­a vera e propria» la

questione dei 23 miliardi di indennizzo che lo Stato dovrebbe ad Autostrade in caso di revoca delle concession­i. Le nuove regole farebbero scendere a 7 miliardi quella cifra minacciata da Autostrade in caso di rescission­e. La battaglia rischia quindi di inasprirsi ulteriorme­nte. E questo, denuncia il governator­e della Liguria Giovanni Toti, a scapito delle emergenze: «La gazzarra tra ministri con opinioni diverse ha di fatto paralizzat­o ogni tipo di dialogo».

In realtà, ieri, durante un incontro al ministero dei Trasporti sulle criticità della rete autostrada­le in particolar­e per Liguria, Marche e Abruzzo, Autostrade per l’italia ha fatto sapere di «valutare soluzioni di agevolazio­ne tariffaria all’utenza quale parziale compensazi­one dei disagi dovuti ai maggiori tempi di percorrenz­a». Non solo. Anticipand­o la norma già prevista nel Milleproro­ghe, Autostrade ha anche comunicato al Mit di prorogare la sospension­e «su base volontaria» dell’aumento dei pedaggi già previsto per il 2019.

I pedaggi Prorogata la sospension­e dell’aumento dei pedaggi

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Roberto Gualtieri, ministro dell’economia e Finanze

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