Australia, la strage dei koala Decimati dai roghi nei boschi
La ministra per l’ambiente: «Un terzo degli esemplari è andato perduto»
La vicenda
● L’australia, da settembre, è devastata da roghi che, in assenza di precipitazioni, hanno colpito ovunque nel Paese
● A Natale le fiamme hanno distrutto 1.200 abitazioni, nove persone sono rimaste uccise, danni incalcolabili
AUSTRALIA Habitat dei koala
Zone colpite dai roghi
● Le foreste australiane, comunque limitate da un territorio arido, sono state pesantemente colpite
● Cinque milioni di ettari di verde sono cancellati, ottomila i koala morti nei roghi
Imedia lo hanno definito il «Black Christmas», un Natale nero. Nove persone uccise, villaggi completamente distrutti, 1.200 abitazioni divorate dalle fiamme. I roghi dell’australia, che da settembre devastano vari punti del Paese, rischiano di lasciare un segno irreversibile sulla psiche, la flora e la fauna. Il koala, che dopo il canguro è l’animale simbolo dell’australia, è a rischio. Gli incendi hanno distrutto un terzo dell’habitat primario dei marsupi: è probabile, di conseguenza, che circa 8.000 esemplari siano rimasti uccisi dalle fiamme.
La stima, che pone nuovamente l’accento sull’emergenza climatica, proviene dalla ministra federale per l’ambiente, Sussan Ley. Per avere certezze, ha sottolineato, bisognerà aspettare le prossime settimane. «Un bilancio attendibile si potrà formulare solo quando i roghi saranno sotto controllo», ha detto, ma per ora la paura è che un terzo della popolazione dei koala sia stato distrutto assieme a cinque milioni di ettari di foresta.
È un bilancio tragico per un Paese che tiene al proprio ambiente, la cui classe politica è ora sotto accusa. L’impressione è che le misure introdotte per proteggere l’ambiente siano arrivate troppo tardi e che gli incendi siano il risultato di una scarsa attenzione al precario equilibrio climatico. Le previsioni meteorologiche dei prossimi giorni, inoltre, parlano di temperature record che renderanno ancora più difficoltose le imprese dei pompieri e delle forze d’emergenza. Tuttora sono un centinaio gli incendi in atto. Il più imponente è a ridosso di Sydney. Oltre al Nuovo Galles del Sud, le zone interessate sono il Queensland, Victoria e lo stato dell’australia Occidentale.
Piccoli, indifesi, dal viso espressivo, capaci di emettere dei richiami come cuccioli di uomo, i koala con le loro sofferenze hanno mobilitato la popolazione, scesa in piazza in diverse città per manifestare a difesa dell’ambiente: l’ospedale specializzato di Port Macquarie si è preso cura di 72 esemplari ricoverati per ustioni e disidratazione. Sui social da settimane si rincorrono storie e immagini che hanno fatto il giro del mondo. Come le avventure di Lewis, un koala che si era rifugiato in cima a un albero circondato dalle fiamme ed era stato tratto in salvo da una donna che pur di proteggerlo si era tolta la camicia per avvolgerlo e ripararlo .
Alla fine, nonostante le cure, Lewis non ce l’ha fatta. Se la caveranno, invece, i sei koala che, scappati dalla foresta in fiamme, si erano rifugiati in una casa sulle colline nei pressi di Adelaide. O l’animaletto assetato che ieri ha «fermato» una ciclista per la strada e bevuto dalla sua borraccia d’acqua. «In tanti anni non mi era mai capitata una cosa del genere», ha scritto su Instagram Anne Heusler. Il koala le si è accovacciato accanto. Era seduto in mezzo alla strada, «come se sperasse che qualcuno si fermasse ad aiutarlo».
«Il problema — ha spiegato al Times Mark Graham, un ecologista del Nature Conservation Council — è che i koala non sono dotati della velocità necessaria per scappare da incendi di questo tipo». Sarà difficile, ha aggiunto, riportare la popolazione ai numeri di una volta. Tra il 1990 il 2010 era già scesa del 49%. Non è un’emergenza che riguarda solo i koala. Stando a Chris Dickman, professore di ecologia dell’università di Sydney, sarebbero circa 480 milioni tra mammiferi, uccelli e rettili gli animali uccisi dai roghi. Un danno al quale sarà difficile porre rimedio.
Mobilitazione
Il centro specializzato di Port Macquarie si è preso cura di 72 esemplari ustionati