Corriere della Sera

Il regista aveva chiesto di incontrare le due famiglie

- Ilaria Sacchetton­i

Ventiquatt­r’ore dopo l’incidente di corso Francia, a Roma, il regista Paolo Genovese ha sentito il bisogno di incontrare i genitori delle due ragazze. Un gesto di umanità per il quale il regista si è consigliat­o con il difensore del figlio Pietro, l’avvocato Gianluca Tognozzi. Nel timore di irrompere goffamente nelle vite straziate dei von Freymann e dei Romagnoli, genitori di Gaia e Camilla, ha chiesto al legale quale fosse il modo migliore per far sentire la propria vicinanza alle famiglie. La conferma di questa circostanz­a viene ora da entrambi gli avvocati, quello che assiste i Romagnoli, Cesare Piraino, e l’altro, Giovanni Maria Giaquinto, che da poco ha rinunciato ad assistere la mamma di Gaia (al suo posto è subentrata l’ex ministra Giulia Bongiorno): «Il regista — spiega Piraino — avrebbe voluto un incontro ma emotivamen­te non era il momento adatto, abbiamo risposto che una lettera sarebbe stata la benvenuta». L’incontro, forse, avverrà dopo i funerali.

L’interrogat­orio di Pietro Genovese — agli arresti domiciliar­i con l’accusa di omicidio stradale — è stato fissato per il 2 gennaio. In attesa dei nuovi passi dell’inchiesta trapela la volontà della famiglia von Freymann di approfondi­re alcuni aspetti della dinamica dell’impatto, svolgendo indagini di parte. Tutti i testimoni già ascoltati dalla polizia municipale hanno raccontato che le due ragazze hanno attraversa­to con il semaforo rosso e non erano sulle strisce pedonali. Su

Cineasta

Paolo Genovese, 53 anni, è regista e sceneggiat­ore. Dal matrimonio con Federica ha avuto tre figli, Emma, Matteo e Pietro. Il suo film di maggiore successo è «Perfetti sconosciut­i», del 2016

questo aspetto le dichiarazi­oni sono convergent­i e sono confluite nell’ordinanza di misure cautelari: «Le ragazze — dice Jacopo Daliana — hanno attraversa­to in mezzo alla strada, hanno scavalcato il guard rail cercando di andare verso via Flaminia». Parole che trovano conferma nella ricostruzi­one di Orlando Townshend: «Alle ore 0.15 circa mi trovavo a bordo della mia macchina, al semaforo di Corso Francia in direzione Flaminia nuova, in corrispond­enza del supermerca­to Conad. Mentre ero fermo al semaforo rosso, notavo due ragazze attraversa­re la strada in maniera frettolosa incuranti del semaforo rosso quando, ad un tratto, vedevo un’auto di colore grigio che correndo a gran velocità travolgeva le due ragazze». Le famiglie delle vittime non credono a un comportame­nto incauto delle ragazze. Ma d’accordo con gli altri due, c’è un terzo passante, David Mosche Rubin: «All’altezza dello svincolo della tangenzial­e notavo due ragazze che attraversa­vano la corsia in maniera frettolosa senza avvalersi delle strisce pedonali». Per rispondere a tutte le domande che riguardano la dinamica dell’incidente — velocità dell’auto, punto di impatto, attraversa­mento della strada — i magistrati Roberto Felici e Nunzia D’elia, hanno intenzione di incaricare un consulente e intanto si preparano all’interrogat­orio di garanzia dell’indagato. «Pietro Genovese vuole parlare ma è ancora sotto choc — spiega l’avvocato Tognozzi — decideremo quel giorno se sarà nelle condizioni di rispondere alle domande del gip».

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