I fucilieri dell’afghanistan «Galeotto fu il calcetto»
Il primo incontro fu nel 2009 ad Herat, quartier generale della missione italiana in Afghanistan. Entrambi «fucilieri» (ovvero gli specialisti addetti alla sorveglianza armata dei presidi dell’aeronautica), Anna e Antonello, oggi sergenti, raccontano che si trattò di una «conoscenza normale che al momento non lasciò alcun segno, alcuno strascico». Il destino tornò a incrociare le loro vite a Martina Franca — al 16° Stormo dov’erano di stanza — durante una «partita di calcetto, una sfida tra fucilieri molto sentita agonisticamente». Anna era una specie di «fuoriquota»: diventata poi istruttrice di lotta militare, giocava anche nella Serie A di calcetto. Dribbling, tiro, scatto; la fuciliera strabiliò tutti e Antonello pensò: «È forte, determinata, intraprendente, piena di vita. È questa la donna che voglio al mio fianco». Si fidanzarono poco tempo dopo «e la nostra storia comune è sfociata in un matrimonio e nella nascita della piccola Asia». Antonello (in missione ovunque, da Haiti a Gibuti) aggiunge: «Non so con precisione cosa abbia trovato Anna in me, io mi ritengo una persona qualunque, normale». Lei lo guarda e sorride: «Sulle prime parevi scontroso e diffidente, ma l’ho capito subito che eri generoso e sensibile». Ma Asia potrebbe diventare una fuciliera? «Forse no — dicono —. Per lei vorremmo una vita più tranquilla».