«Gli esercizi? Meglio musei e libri»
«Ma al liceo è giusto impegnarsi»
«Anacronistico assegnare troppi compiti». Ne è convinta Carmen Di Oronzo, madre e professoressa di Lettere della scuola media Settembrini di Roma. Come si affrontano allora le vacanze? «Offrendo agli studenti l’occasione di interiorizzare». In pratica? «Bisogna lasciare alle famiglie il tempo di portare i ragazzi a mostre, musei, concerti, spettacoli, invitandoli a leggere. Noi professori possiamo indicare la strada perché i contenuti trasmessi si traducano in esperienze». Niente compiti, quindi? «Solo qualche esercizio di consolidamento. Ma il compito più alto che il professore può affidare al suo mandato educativo è offrire l’occasione di riempire la “vacuità” delle vacanze con qualcosa di più urgente: l’incontro con la bellezza, che riesce a tenere acceso quello che per gli antichi greci è il soffio vitale».
Compiti per esercitarsi nelle materie pratiche, come latino, matematica e greco, e spazio alla libera espressività. È pragmatica Carlotta Natoli, attrice romana, volto di Tutti pazzi per amore, madre di un ragazzo di 14 anni. «Siamo stati fortunati: abbiamo trovato professori intelligenti che non hanno mai ecceduto. E lui non ci ha dato problemi, solo raramente l’ho ascoltato in qualche materia: per il resto ha sempre avuto gran piacere a fare i compiti da solo». Se potesse parlare coi professori, cosa chiederebbe? «Niente compiti alle elementari. Mentre per gli studenti del liceo, come mio figlio, sì ai compiti ma nelle giuste quantità: sono a favore di una lettura o di qualche considerazione scritta su un tema sociale o politico». Devono divertirsi? «Secondo me hanno bisogno di staccare mentalmente. E di sviluppare una relazione col mondo».
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