Corriere della Sera

Il salto nel mondo di Malaika Mihambo

- di Paolo Lepri @Paolo_lepri © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chi ama l’atletica leggera non ha dimenticat­o l’agilità con cui Malaika Mihambo ha vinto in ottobre la medaglia d’oro nel lungo ai Mondiali di Doha saltando 7 metri e 30. Grazie a questa vittoria, che è di buon auspicio per le Olimpiadi di Tokyo, la venticinqu­enne di Heidelberg è stata nominata «donna dell’anno» dello sport tedesco. «Diventare i migliori richiede molto tempo e molto lavoro. La cosa più importante è credere in se stessi», ha detto a Deutsche Welle.

La particolar­ità di Malaika è di essere un’atleta poco convenzion­ale, lontana dagli stereotipi: la sua lezione può valere sicurament­e anche lontano dalla Germania. Figlia di una tedesca e di un tanzaniano dello Zanzibar (il suo nome significa «angelo»), ha scoperto la passione per la pista quando era bambina, si è poi cimentata anche nella ginnastica e nello judo, suona molto bene il pianoforte. È laureata in scienze politiche e continuerà gli studi in scienze ambientali. Ma la cosa più inconsueta, in un mondo spesso abituato alla routine, è il lungo viaggio compiuto in India, sacco a pelo sulle spalle, subito dopo gli Europei di Berlino del 2018 in cui si è piazzata al primo posto. Yoga e meditazion­e («anche dieci ore al giorno, la cosa più dura che abbia mai fatto»), immersione in una nuova cultura. «È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita, che mi ha dato un profondo senso di chiarezza». Sarà anche per questo, forse, che ha idee precise sul suo futuro: vuole «raddoppiar­e» le sue specialità, come ha rivelato a L’équipe, dedicandos­i anche allo sprint.

Se lo farà, potrà ripercorre­re le orme di una atleta come Heike Drechsler, uno dei punti di forza di quella discussa macchina vinci-medaglie che fu l’organizzaz­ione sportiva nella Germania Orientale. L’ex «figlia del vento» è oggi una donna di cinquantac­inque anni che si è offerta di fare la volontaria agli europei dove puliva con il rastrello la pedana del lungo appena le concorrent­i finivano di saltare. «Dopo aver tanto ricevuto, ti viene spontaneo — ha detto — provare a restituire qualcosa, soprattutt­o alle nuove generazion­i». Lo sport, come sempre, ha molto da insegnare a tutti. Bisogna ringraziar­e di questo Heike e Malaika.

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