Corriere della Sera

«Giù dai tacchi per Capodanno»

Diego Dolcini, principe dello stiletto: l’idea di femminilit­à è cambiata, le donne guardano sé stesse con occhi diversi

- Di Paola Pollo

Il libro

● From Heart to Toe. Shoes by Diego Dolcini,è stampato in 500 copie vendute su Amazon e in 10 selezionat­e librerie del mondo (150 euro)

● Con il libro uno short movie con protagonis­te quattro donne icona: Luciana Savignano, Lucrezia Lante della Rovere, Justine Mattera e Ilaria Genatiempo con la regia di Andrea Basile

Le decine di tacchi per calzature femminili disegnati da Diego Dolcini nel corso della sua lunga carriera e fotografat­i da Daniele Aichino

E a Capodanno, giù dai tacchi! Possibile? «Assolutame­nte sì», risponde a sorpresa Diego Dolcini, il principe italiano dello stiletto. Che a domanda risponde senza la benché minima incertezza, lui che disegna, da più di 25 anni, «spilli» e quant’altro, altissimi, per Madonna e le altre. «Se poi volete stupire c’è sempre il (mio) in cristallo», aggiunge riferendos­i a quel capolavoro in Baccarat che un paio di anni fa gli diede l’ennesimo riconoscim­ento di architetto delle scarpe. La chiacchier­ata sugli ultimi consigli di questo 2019 lo coglie dall’altra parte del mondo, a Shanghai, dunque influenzat­o dal nuovo che avanza. «Qui non c’è giovane donna che non usi il tacco medio. Altrimenti sneaker che è ormai un codice dell’abbigliame­nto imprescind­ibile». Anche a Capodanno? «Perché no?». Sembra blasfemia in bocca a Dolcini. «Se mi sentisse Louboutin — dice (spesso) facendo riferiment­o a uno dei più famosi creatori di scarpe vertiginos­e —. Io credo proprio che sia cambiata completame­nte la percezione e il dna. Le donne, le ragazze, si guardano allo specchio in modo diverso e si trovano femminili anche giù dai tacchi. Direi che lo stiletto alto non è più legato allo stereotipo della seduzione. E in più un tacco sei è comfort e dinamicità che sono entrati nel Dna di tutti, merito o demerito delle sneaker, ma questo è».

From Heart to Toe — 2 volumi di 3 capitoli — è la sua ultima «fatica» dove racconta una storia lunga quasi trent’anni di creazioni, «vertiginos­e» però: «Mi sono preso una pausa e ho raccolto il mio lavoro in questi libri e in un corto. È vero posso dire di conoscere tutto del mio mondo, ho cominciato prestissim­o, ma non per questo non devo andare avanti e cercare il futuro. Oggi sto lavorando a un progetto di sneaker». Dolcini? «Se è per questo le collezione: son un ex nazionale giovanile di basket!». Si racconta di un archivio infinito: «Più di tremila pezzi conservati e catalogati con l’aiuto degli studenti dell’università di Bologna. Un data-base ora facilmente consultabi­le da tutti, dove creatività e progettazi­one sono a disposizio­ne di chiunque voglia fare questo mestiere».

Una storia iniziata addirittur­a quando, napoletano doc, arriva a Milano, diciassett­enne e si iscrive alla facoltà di Architettu­ra e il primo lavoretto che ottiene è da un designer di calzature: «Disegnavo bene e così mettevo in bella i suoi schizzi, poi hanno cominciato a chiamarmi gli stilisti, prima delle sfilate. Allora, erano gli anni Ottanta, non esistevano le Polaroid e quindi la sera prima dello show io preparavo i disegni degli out fit». Ma la curiosità del giovane Dolcini cresce: «Così ho fatto di tutto per entrare alla Domus Accademy compreso suonare al citofono di Gianfranco Ferrè che era un professore e pregarlo di farmi prendere anche se ero troppo giovane». L’audacia lo premia e dopo l’accademia finisce alla Bruno Magli di Bologna. Nel ‘94 la prima collezione di quindici pezzi per un talent e un servizio fotografic­o di quelli che non si dimentican­o: «Mario Testino mise ai piedi di Carolyn Murphy, per un servizio di moda di nove pagine, il mio sandalo trasformis­ta e fu un successo: era venduto in un kit da, allora, tre milioni di lire, una follia. Ma andarono sold out e io divenni un nome».

Dopo arrivano i piedi di Madonna e Marey Carrey e Julia Roberts e tante altre. Possibile che nessuno si sia mai lamentato di certe altezze vertiginos­e? «Il segreto è progettarl­e. C’è un limite oltre il quale non andare e un equilibrio che devi considerar­e». Ma a una «dea» come si fa a chiedere di scendere dal piedistall­o? «I nuovi tacchi sei, assicuro, sono tutt’altro che da zia».

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 ??  ?? ● È diviso in due volumi, come due facce fronte/retro. Il primo è diretto da Chiara Buss, il secondo dallo stesso Dolcini (nella foto)
● È diviso in due volumi, come due facce fronte/retro. Il primo è diretto da Chiara Buss, il secondo dallo stesso Dolcini (nella foto)
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Nel Canale Moda i consigli per il look di questo Capodanno e le tendenze della prossima primavera estate Corriere.it

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