L’infanzia in India della stilista che ha colorato Londra
Saloni Lodha e l’abito di Kate
Potere delle stylist, anzi di una stylist, Natasha Archer. È stato proprio grazie a lei che nel 2016 Kate Middleton, in partenza per il tour in India, infilò in valigia un abito realizzato da una creativa di origine indiana, Saloni Lodha. Una mossa diplomatica, ma che al tempo stesso ha acceso i riflettori su una stilista nota fino a quel momento ad un gruppo di «happy few»: il Dons Sheer Polkadotted Dress in blu elettrico indossato dalla Duchessa di Cambridge è andato a ruba in poche ore. E per Saloni Lodha — indiana di Bombay, casa a Londra nel quartiere Hampstead e marito italiano — si sono spalancate le porte della notorietà globale.
Già prima dell’exploit reale, Saloni Lodha era nelle vetrine di Harrods e Barneys e nel 2015 aveva già creato il suo capo iconico, il Grace Dress. «So che la Duchessa ha poi indossato altre mie creazioni, ma tutto è sempre successo senza che io lo sapessi in anticipo», racconta la creativa (il cui nome in sanscrito significa bellezza) con studi a Hong Kong e un diploma in Graphic and Textile Design al Central St. Martins College of Art. I colori e i tessuti sono in effetti il punto di forza di un marchio che in dieci anni ha diffuso, tra le ragazze che hanno influenza nel mondo della moda, la filosofia della «vita in Saloni».
«La mia moda è un modo di essere — racconta la stilista —: incoraggio le donne a sperimentare con gioia il colore e tagli inediti, senza mai perdere di vista eleganza e femminilità». L’ispirazione arriva dall’infanzia, circondata dai colori vivaci dei sari di sua nonna e dai ricordi delle estati trascorse con la famiglia a
L’obiettivo
«Ho il mio dna, ma non lo traduco in modo pedissequo sugli abiti: interpreto lo spirito»
visitare i templi in Rajasthan. Ma tutto è stato poi contaminato da Londra, dove presenta le sue collezioni durante la London Fashion Week in location storiche che ama allestire con fiori colorati. «Ho creato un marchio che mescola il patrimonio dei luoghi in cui sono cresciuta con la mia vita itinerante».
I suoi abiti sono stati indossati anche da Samantha Cameron, la Regina Maxima, Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Helena Christensen, Karlie Kloss, Karolina Kurkova, Kate Hudson, Lauren Santo Domingo, Jessica Alba e Priyanka Chopra. «Ho sempre in mente il mio patrimonio indiano, ma non lo traduco in modo pedissequo negli abiti. Penso che i colori audaci e le fantasie bastino già da sole a portare lo spirito dell’india nelle collezioni».
La volontà è quella di mantenere in un contesto intimo un marchio che nel 2017 ha lanciato l’e-commerce e che in una sola stagione ha raggiunto vendite per un milione di sterline. In questa visione c’è anche la scelta di non sfilare ma di creare contenitori speciali, come quello di Londra, in Sloane Street: un popup inaugurato a settembre che rimarrà aperto fino a marzo. Due vetrine al piano terra dove esporre la collezione e un’area più privata al meno uno, per mostre, brunch e condividere alcuni momenti di «vita in Saloni».