Corriere della Sera

Allarme Bce sullo spread: sale per le tensioni interne

Crediti deteriorat­i alle imprese in calo del 18% a 84 miliardi secondo Abi e Cerved

- Giovanni Stringa

In tre mesi lo spread italiano «si è ampliato in misura significat­iva, di 27 punti base», soprattutt­o per le «tensioni politiche interne» mentre i differenzi­ali di Spagna e Francia sono cresciuti rispettiva­mente di 7 e 1 punti e quelli di Germania e Portogallo si sono ridotti di 3 e 4 punti. Lo scrive la Banca centrale europea nel suo nuovo Bollettino economico. L’italia — si legge — è fra i Paesi «che presentano rischi di non conformità al Patto di stabilità e crescita» e che «continuano a registrare livelli di debito molto elevati per i quali non è stato ancora avviato un costante percorso di riduzione», destando così «particolar­e preoccupaz­ione».

Ma l’istituto di Francofort­e striglia anche quei Paesi virtuosi che non farebbero abbastanza per rilanciare la crescita europea: «I governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero essere pronti ad agire in maniera efficace e tempestiva».

La Bce esprime poi cauta fiducia sull’accelerazi­one dell’inflazione nell’area euro, ma — rileva — si protraggon­o «deboli dinamiche di crescita (lievemente rivista al ribasso per il 2020, ndr), malgrado i primi segnali di stabilizza­zione del rallentame­nto economico». Nel bollettino si sottolinea che nell’ultima seduta «il consiglio direttivo ha ribadito la necessità di mantenere un orientamen­to di politica monetaria altamente accomodant­e per un prolungato periodo di tempo».

Anche a proposito di scambi, «dopo una contrazion­e nella prima metà del 2019, gli ultimi dati disponibil­i segnalano una stabilizza­zione del commercio mondiale per il resto dell’anno», sostenuti da una serie di fattori tra cui «una normalizza­zione delle importazio­ni nel Regno Unito (dopo l’eccezional­e accumulo di scorte di inizio anno)».

Intanto in Italia prosegue il calo dei crediti deteriorat­i delle imprese. La fotografia scattata dall’outlook Abi-cerved — in base agli ultimi dati disponibil­i (giugno 2019) e al netto delle rettifiche operate dalle banche — parla di un totale di 84 miliardi (-18,4% su base annua), più che dimezzato rispetto ai 197 miliardi di fine 2015. Alla fine dell’anno si prevede che l’importo complessiv­o sia ancora in discesa, sotto quota 80 miliardi. Ma tra il 2020 e il 2021 il calo del tasso di deterioram­ento dei prestiti bancari — erogati alle società non finanziari­e — è destinato a interrompe­rsi, per via del rallentame­nto dell’economia: nel 2019 si attesta al 3,1% e a fine 2021 dovrebbe salire al 3,3%, restando comunque al di sotto dei livelli pre-crisi (3,6% di media tra il 2006 e il 2008).

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Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ruolo ricoperto precedente­mente da Mario Draghi

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