Re David (Fiom): l’accordo precedente non prevedeva esuberi
è quella giusta ma sia chiaro che il sindacato non è disponibile a firmare nessuna cambiale in bianco».
Cambiale in bianco? In che senso?
«Per trasformare quel preaccordo in un accordo vero e proprio c’è bisogno di un’intesa anche con i sindacati. Senza
di noi non possono andare avanti. Anche perché l’accordo precedente, poi sottoposto a un referendum tra i lavoratori, prevede che non ci siano esuberi, con il riassorbimento da parte di Mittal di tutti i lavoratori che dovessero rimanere senza lavoro».
Ma secondo lei si sono dimenticati di voi oppure vi vogliono tenere fuori dalla partita?
«Non saprei. All’epoca del precedente accordo al ministero dello Sviluppo c’era Luigi Di Maio, che è ancora al governo. Quindi immagino che lo stesso governo sia consapevole di questa necessità».
Senta, a proposito di esuberi: dalla fusione tra Fca e Peugeot prevede rischi su questo fronte oppure le bastano le rassicurazioni delle due aziende?
«Intanto diciamo che la fusione è un passo necessario e importante perché questa è ormai la dimensione dei grandi player internazionali, che consente di ragionare anche su un aumento degli investimenti. Ciò detto, credo sia necessario, di qui alla fine del prossimo anno, aumentare i livelli di produzione negli stabilimenti italiani, che oggi producono 700 mila vetture l’anno su una capacità di 1,5 milioni. E per fare questo, oltre che occuparsi giustamente dell’ibridazione ed elettrificazione dei modelli esistenti, è necessario pensare a un auto di massa capace di far salire quei numeri».
E i due rappresentanti dei lavoratori nel cda? Solo uno specchietto per le allodole oppure una buona notizia?
«Una novità, specie per l’italia. Ma è arrivato il momento, per l’italia, di approvare una legge che regoli nei dettagli questo aspetto, come quello della rappresentanza».