Corriere della Sera

Il comico: «Una storia poetica, non è contro Salvini»

- Valerio Cappelli

ROMA Trattandos­i dell’uomo dei record, si parla molto di cifre con Checco Zalone, uscito da un film «complicato, faticoso, costoso, una bella avventura», dice il produttore Pietro Valsecchi. Tolo Tolo, dall’1 gennaio per Medusa in 1200 copie. Aspettativ­e? «Da 1 a 10? 10, niente ipocrisia, dobbiamo fare i soldi e riempire le sale», risponde Zalone.

Le polemiche preventive: «Qualcuno ha parlato di sessismo: io non ho spogliato Manda Touré, non c’è una doccia, una tetta...». In realtà

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Io sessista? Non ho spogliato la protagonis­ta Manda Touré, mai fatto vedere una tetta, e non ci sono nemmeno scene sotto la doccia

il polverone era sul razzismo dell’italia di oggi, che all’anteprima nessuno ha scorto. «Il trailer non c'entra niente con il film — confessa Zalone —. Lo avevamo concepito come promozione, ma nessuno si aspettava che andasse a finire sulle prime pagine dei giornali». Un film che piacerà a Salvini? «Non c'è proprio nel film, comunque non volevo fare un film contro di lui. E poi se è contro di lui sarà Salvini stesso a dirlo». Gli fa eco il produttore Valsecchi: «Non avrei investito venti milioni di euro per fare un film contro Salvini». Il bambino del film (Nassor Said Byria) dice una massima di Salvini: «È finita la pacchia». Il leader della Lega giorni fa ha proposto Zalone senatore a vita. «Chiacchier­e — scherza il comico — io se non vedo i fatti... Salvini è l’espression­e della gente, non mi pongo il problema».

C’è il politico pugliese che scala il successo, e ogni volta sale sale, ministro degli Esteri, presidente del Consiglio... «Ha fatto la carriera di Di Maio, l’ho vestito come Conte e ha il linguaggio di Salvini. Ho creato un mostro. È una metafora sull’escalation verso il successo di un uomo che ricopre una carica superiore ai propri meriti». Anche il suo personaggi­o, che fugge per i debiti, si fa «metafora di chi è incapace di guardare oltre i suoi problemi contingent­i, l’ex moglie, le tasse, mentre fuori, infuria la guerra civile».

In Africa si atteggia a novello Mussolini: «È l’intolleran­za che viene fuori nei momenti di difficoltà». Cameo di Nicky Vendola, ex Governator­e pugliese che fa una battuta: «È un film che fa sorridere più che ridere, e commuove, turba, è molto poetico».

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Da sinistra, Manda Touré, Souleymane Sylla, Checco Zalone, Nassor Said Byria
Insieme Da sinistra, Manda Touré, Souleymane Sylla, Checco Zalone, Nassor Said Byria

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