Corriere della Sera

E nella «Bohème» spunta Charlie Chaplin

- di Enrico Girardi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Parafrasan­do il romanziere Michele Mari, si può dire che c’è «Tutto il ferro della Tour Eiffel» nel nuovo allestimen­to della Bohème prodotto dal Petruzzell­i di Bari. La scena ha l’aspetto desolante di uno spazio industrial­e dismesso, tubi, impalcatur­e, macchinari, un cupo grigio appena rischiarat­o da orride luci al neon. Lì è la mansarda dei bohémien, di uno squallore che non ha niente di romantico. I ragazzi non vanno al Caffè Mumus ma, prodigio scenotecni­co, quintali di mansarda vengono sollevati ed è Momus che «entra in casa» avanzando dal fondo. Solo che non è un Caffè ma un circo anni venti, e tra i comici appare anche Charlie Chaplin, feroce nel prendersi gioco del vecchio Alcindoro. È questa l’idea più discutibil­e dello spettacolo di cui Hugo de Ana firma regia, scene e costumi. Ma è spettacolo di livello, giustament­e impietoso nel dire che la vita da bohème è cosa atroce, lugubre, nulla di attraente né di consolator­io. La squadra musicale del Petruzzell­i è guidata dal direttore stabile Giampaolo Bisanti. Del lessico pucciniano non mette molto in luce le sottigliez­ze. Bada al sodo però, curando una concertazi­one vigorosa e piuttosto esatta anche nei passi ostici come il Concertato del 2° quadro. E una prova molto più che solo accettabil­e offrono Mihaela Marcu (una Mimì «tosta») e Matteo Desole (un Rodolfo centrato). Qualche impaccio segna la prova del Marcello di Francesco Landolfi e degli altri ragazzi, ma convince la Musetta di Elena Gorshumova: niente civetteria, buona personalit­à drammatica. Discreto il Coro di Fabrizio Cassi, un po’ meno le voci bianche di Emanuela Aymone. Molti applausi.

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Un momento dell’opera «La bohème» prodotta dal Petruzzell­i di Bari e diretta da Hugo de Ana
In scena Un momento dell’opera «La bohème» prodotta dal Petruzzell­i di Bari e diretta da Hugo de Ana

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