Corriere della Sera

Azzolina in pole all’istruzione Ma spunta l’idea di un tecnico

La sottosegre­taria ha il sostegno di Di Maio. Tra le alternativ­e il presidente dei rettori

- Lorenzo Salvia

Tutte le variabili sembrano convergere sul suo nome. E all’inizio della prossima settimana Lucia Azzolina, insegnante, sottosegre­tario al ministero dell’istruzione in quota 5 Stelle, potrebbe essere promossa ministro al posto del dimissiona­rio di Lorenzo Fioramonti. Ma in politica, come nella vita, mai dire mai. La decisione finale «spetta al presidente del Consiglio» come ricorda il segretario del Pd Nicola Zingaretti. E restano in piedi altre soluzioni.

Dalla sua Azzolina ha non solo il sostegno di Luigi Di Maio e l’opportunit­à di riequilibr­are nel governo il rapporto uomini-donne, che oggi fa registrare un tiepido 15 a 7. Ma anche la necessità di trovare in tempi rapidi una persona che conosca già una macchina complessa, come quella del ministero di viale Trastevere. C’è un decreto da convertire in legge, un ministero intero da riorganizz­are nei suoi vertici amministra­tivi: ieri sono partite le iscrizioni al nuovo anno ed entro gennaio bisogna scegliere le materia per la maturità. Tutte cose che si possono fare anche senza un ministro «esperto». Ma la conoscenza della materia aiuta. In queste ore, però, i detrattori della Azzolina ricordano quel concorso da preside vinto quando era già parlamenta­re ma non ancora sottosegre­tario. Una frecciata dalla quale lei si è sempre difesa sostenendo che con il vincolo dei due mandati per i 5 Stelle, e dopo tanti anni di insegnamen­to, fosse giusto tentare il salto. Ma che offre un ultimo appiglio per gli altri partecipan­ti a questo totominist­ro un po’ fuori stagione.

Resta in corsa Salvatore Giuliano, sottosegre­tario all’istruzione nel Conte uno ma meno «televisivo» di Azzolina. Reggono ancora i nomi di Francesco D’uva, fedelissim­o di Di Maio, e Mariolina Castellone, medico ed ex ricercatri­ce al Cnr. In posizione più defilata, perché il Movimento mal sopporta le autocandid­ature di fatto, Nicola Morra, presidente dell’antimafia, e Luigi Gallo, vicino a Roberto Fico. Poi ci sono due soluzioni che aprirebber­o scenari completame­nte diversi.

La prima è quella che porta ad Anna Ascani, anche lei già al ministero per di più con il ruolo di viceminist­ro. Ascani però è in quota Pd, e quindi scegliere lei vorrebbe dire aprire le porte al rimpasto di governo, con lo spostament­o di più pedine. Una strada che Conte vuole evitare per non esporre al vento un governo che già appare fragile di suo. L’altra è una soluzione tecnica, pescando dalla Crui, la Conferenza dei rettori che in questi giorni ha fatto sentire più volte la sua voce critica sulle scelte del governo. I nomi spendibili sono due: il presidente Gaetano Manfredi e il segretario Ferruccio Resta. Sotto sotto a Conte non dispiacere­bbe. Perché apprezza il mondo accademico, il suo fascino. E perché sottrarreb­be una pedina alle truppe di Di Maio. Ma forse proprio per questo non si può fare.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy