Corriere della Sera

Paris trionfa in discesa: è il re di Bormio

Dominik domina la discesa di Coppa del Mondo viaggiando a 123 chilometri all’ora di media Quinta vittoria dell’azzurro sulla Stelvio di Bormio «Qui mi sento a casa, ho usato la forza della mente»

- di Flavio Vanetti

Un’altra impresa per il discesista azzurro Dominik Paris: ha vinto per la quinta volta sulla pista Stelvio di Bormio.

che vola a 123 orari. E che mantiene questa velocità da cima a fondo, mentre nel finale gli avversari rallentano. Un missile che se ne fa un baffo delle imperfezio­ni, come il tocco del palo di una porta alla Carcentina, una sbavatura che non lo frena e che anzi lo sprona ad andare più forte. «Sì, anche stavolta ho fatto la differenza nel tratto conclusivo. Sull’ultimo muro sono riuscito a tagliare e a restare rapido nonostante in quel punto le gambe brucino e si debba usare soprattutt­o la forza della mente».

Date un bel «5 alto» a Dominik Paris, re e cittadino onorario di Bormio. Cinque come le vittorie (una è quella in superg del 2018) che ha conquistat­o sulla Stelvio, anzi sulla «Domme», perché tanta dominanza suggerisce di ribattezza­re quei 2.950 metri «che richiedono forza, intelligen­za e coraggio». «Volete chiamare la pista con il mio nome? Bello…» ridacchia Dominik. È il momento dei festeggiam­enti — nel quartiere italiano c’è pure un omaggio a Peter Fill per i 350 start in Coppa del Mondo — e del cazzeggio. Battuta: «Lo sai che i tuoi colleghi Carabinier­i ti arresteran­no per aver superato i limiti di velocità?». Risposta divertita: «In certi casi io ho delle esenzioni».

Straordina­rio e pure fortunato. Quella di ieri, in attesa della discesa-bis di oggi (secondo il programma originario di Bormio), era il recupero della libera saltata in Val Gardena. Ma Paris con la Saslong ha un conto aperto, ancora non la digerisce. La Stelviodom­me, invece, gli offre un pendio amico. «Qui mi sento a casa, ho più fiducia che su altri tracciati. Sono l’uomo dei record? Non lo so. Ma a Bormio mi sento bene».

In una gara che ha demolito un favorito (Kjetil Jansrud) e castigato con la malasorte un altro velocista di punta (Vincent Kriechmayr: sci sinistro saltato), il bi-olimpionic­o Matthias Mayer aveva pennellato un capolavoro: muro dell’1’50’’ demolito, distacchi abissali inflitti a chi era sceso fino a quel momento e un solenne «adesso provate a battermi» pensato per gli avversari. Ce l’ha fatta Paris, tenendo il tachimetro su quel numero magico, 123, che in alto non valeva la miglior prestazion­e mentre in fondo si è rivelato il dato capace di scavare il solco. Beat Feuz, straordina­rio perché ha corso con la mano sinistra steccata a causa della frattura del quinto metacarpo riportata nel superg della Val Gardena, ha sempre navigato a ridosso di Domme, ma non ha mai dato l’idea di poterlo scavalcare. Trentanove i centesimi lasciati dallo svizzero all’azzurro, 42 quelli pagati da Mayer. Scarti mini

mi, che però assomiglia­no a un abisso: «Paris qui ha sempre qualcosa di più» ammettono entrambi.

È il successo numero 188 dell’italia maschile (il primo di stagione dopo i 3 centrati dalle donne), il 17° di Paris che si porta a -7 dal secondo posto ogni epoca di Gustavo Thoeni. Da ieri è pure il nostro miglior velocista: 13-12 il confronto con Kristian Ghedina: «Era difficile, a causa della visibilità e di rivali agguerriti: ma ho dato più del massimo».

Le provocazio­ni sul trofeo di specialità («Oggi il sorpasso a Feuz in vetta alla classifica? Non ci bado: prima do tutto in pista, poi faccio i conti») non lo toccano tanto quanto l’invito a tirare avanti fino ai Giochi 2026, visto che questo sarà il pendio olimpico: «Sette anni sono tanti». Troppo avanti. Nelle regole di Dominik l’attualità precede sempre il futuro. Stamane c’è l’intera pista da domare, non ci saranno start abbassati per risparmiar­e energie. Là dove le gambe supplicano di smettere, Paris riproverà la zampata: «La testa per riuscirci c’è, vediamo cosa dirà il resto del corpo». Per la cronaca, il «5 alto» sarebbe ancora valido: 5 come i successi in discesa, sulla Stelvio-domme.

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Il nome della pista Volete chiamare la pista con il mio nome? Bello, mi piace Io l’uomo dei record? Non lo so, di sicuro qui scio con più fiducia Niente arresto

Dite che i miei colleghi carabinier­i mi arresteran­no per aver superato il limite di velocità? No, tranquilli, ho delle esenzioni

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Lo sciatore Dominik Paris (30 anni)
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(Afp) Vincente Dominik Paris, 30 anni, festeggia il suo quinto successo a Bormio, il quarto in discesa
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(Ap) Uomo-jet Dominik Paris vola sulla neve della Stelvio. Da ieri l’azzurro è primo nella coppa di discesa

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