Corriere della Sera

Conte: no a un mio partito

Il premier sdoppia l’istruzione e sceglie i ministri Azzolina e Manfredi

- Luigi Di Maio di Alessandro Trocino

Nessuna intenzione di fondare un partito politico. Nell’incontro con la stampa per il bilancio di fine anno il premier Giuseppe Conte ribadisce che il governo andrà avanti fino alla scadenza della legislatur­a, fra tre anni. E su Matteo Salvini avverte: «Le sue idee sono insidiose». Per il dopo Fioramonti, sdoppiato il ministero e scelti Azzolina per la Scuola e Manfredi per l'università.

Tre ore di conferenza stampa, 38 domande e l’impression­e di un presidente del Consiglio abile nel destreggia­rsi, cresciuto politicame­nte, concentrat­o sul presente ma con un occhio puntato sul suo futuro politico. Giuseppe Conte schiva molte mine, rilancia dopo l’abbandono del ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, inciampa sulla «complicità» con Matteo Salvini nelle scelte sulla nave Gregoretti («Devo rivedere gli appunti») e attacca il leghista con toni duri.

Il prologo

Dopo «lo sprint a ostacoli per mettere il Paese in sicurezza, spiega il premier, ora ci tocca una maratona di tre anni, non a passo lento». Si tratta di ripartire dai 29 punti, ma «li potremmo arricchire, aggiungern­e qualcuno, o accantonar­ne altri». Poi lancia «un appello a lavorare insieme» ai partner di governo. Seguono due messaggi, per il Pd e per il Movimento 5 Stelle. Ai dem, irrequieti per l’entrata in vigore della prescrizio­ne, Conte promette che si lavorerà per ottenere «un’abbreviazi­one dei tempi della giustizia»: «Siamo molto ambiziosi su questo». Il secondo messaggio è verso i 5 Stelle, quando dice che «spero ormai che sia chiaro a tutti che una procedura di infrazione dell’europa ci farebbe molto male». L’unica ricetta, spiega, e anche qui Luigi Di Maio (che parla praticamen­te solo di «grandi evasori») non sarà contentiss­imo, è «combattere l’evasione fiscale». Poi arriva un messaggio per tutti i partner, con in testa Italia viva e M5S: «Nessuna forza politica alimenta i consensi con le polemiche. I distinguo non ci fanno bene. La politica non ha bisogno di conflitti». E, avverte, se si va a casa, si avranno conseguenz­e nelle urne, per tutti.

Il dopo Fioramonti

Conte sfodera subito l’asso nella manica, preannunci­ato al Quirinale, che ha condiviso la scelta: al posto di un ministro ne nomina due. Uno alla Scuola, la 5 Stelle Lucia Azzolina, e l’altro alla Ricerca e Università, Gaetano Manfredi, più vicino al mondo dem, nonché presidente dei rettori. Un modo per sottolinea­re l’impegno per il settore, rinforzato dall’annuncio della nascita dell’agenzia nazionale per la ricerca. Conte spiega che starà al fianco di Manfredi per un mese, per una «ricognizio­ne» del settore».

Fisco e Sud

L’annunciato piano per il Mezzogiorn­o, atteso entro fine 2019, slitta a gennaio. Tra i punti, l’obbligo di destinare «a priori» il 34% della spesa pubblica al Sud. Va modernizza­to, spiega ancora il presidente del Consiglio, il sistema infrastrut­turale e «dobbiamo lavorare per incentivar­e il lavoro». Sul fisco l’obiettivo ora

Lo sdoppiamen­to

Ringrazio il ministro Fioramonti Dobbiamo fare dei passi avanti per la ricerca e l’università e non è vero che non ne abbiamo fatti. Dobbiamo fare di più, anche rilanciare un piano straordina­rio per i ricercator­i

Le tensioni nel Movimento

Rivolgo un pubblico appello ai parlamenta­ri: rimanete nelle rispettive forze politiche, non alimentate passaggi che non contribuis­cono alla stabilizza­zione Se c’è dissenso lavorate all’interno

La candidatur­a

Io candidato di una coalizione di centrosini­stra? Il cimitero è pieno di persone indispensa­bili e io non mi ritengo indispensa­bile... Certo, il fatto che le forze politiche apprezzino il mio lavoro, il mio metodo, fa piacere

Immigrazio­ne

Si possono perseguire risultati, anche migliori, senza clamori, senza che ogni giorno ci debba essere un dibattito in cui si parli di invasioni o porti chiusi. Il 2019 si chiude con 12 mila sbarchi, nel 2018 erano il doppio

è «abbassare la pressione rimoduland­o gli scaglioni Irpef a particolar­e vantaggio della classe media». Ma non basta. «Se non vogliamo mandare il Paese in bancarotta e non vogliamo esporre il Paese a una procedura di infrazione, dobbiamo lavorare in modo serio e credibile e l’unica prospettiv­a seria e credibile è lottare contro l’evasione fiscale».

Libia

Sulla Libia «l’obiettivo immediato è la cessazione delle ostilità, quello successivo è sedersi al tavolo. Per questo appoggiamo l’iniziativa di Berlino e per questo cerchiamo di dissuadere tutti coloro che sostengono l’utilizzo delle armi, in primis i libici».

Il premier si tiene lontano da quella che definisce «la retorica del partito contiano»: «Non ho velleità, non è nelle mie corde e la frammentaz­ione non fa bene al governo». Di più: «Faccio un pubblico appello ai parlamenta­ri: restate dove siete, non alimentate passaggi». Alla domanda su un ipotetico Conte ter, risponde netto: «Per carità. Se non c’è l’impegno di tutti ce ne andremo. Ma sarebbe una sconfitta che si pagherebbe alle urne. Non vedo altri governi, ma è una scelta del Quirinale».

Intervento pubblico

Che fare con le aziende in crisi? Nazionaliz­zare? Conte è cauto: «La soluzione preferibil­e è il mercato, ma un intervento pubblico, mirato, specifico, può essere strategico. Ma no a dirigismi economici. Quanto al caso della Popolare di Bari nega di aver mai «interloqui­to» con i vertici. E aggiunge: «Non è un salvataggi­o, ma un sostegno dello Stato». Su Autostrade per l’italia e le concession­i, spiega «non faremo sconti».

Sicurezza e Salvini

Nega che lo stop alla prescrizio­ne sia «un obbrobrio giuridico». Però aggiunge: «Servono garanzie per una durata ragionevol­e del processo». Più difficile destreggia­rsi sui decreti sicurezza e sulla discontinu­ità. Prova a difendersi dicendo che il decreto sicurezza II è stato cambiato in sede di conversion­e e che ora si interverrà per seguire le indicazion­e arrivate dal Quirinale. Spiega di essere sempre stato contrario alla logica dei porti chiusi. Rivendica l’aumento dei ricollocam­enti. Gli si ricorda che era premier in quel governo. Sulla questione della nave Gregoretti, Matteo Salvini lo chiama in ballo e dice che la scelta per la quale è a processo fu condivisa. Conte se ne esce con una frase paradossal­e: «Verificher­ò il ruolo che ho svolto. Non ho ancora riscontri sul mio coinvolgim­ento». Poi attacca: «La Lega è pienamente legittimat­a a partecipar­e al gioco democratic­o. Ma il modo in cui Salvini interpreta la sua leadership è insidioso, perché si ritiene sciolto da vincoli e chiede pieni poteri». Pronta la risposta dell’ex ministro: «Con Conte più sbarchi, più tasse, più poltrone e più balle».

Diritti e temi etici

Su eutanasia, legalizzaz­ione delle droghe e ius culturae non c’è nulla in vista. Conte, un po’ nervosamen­te, spiega che non è intenziona­to a intervenir­e direttamen­te su questi dossier: «Se non c’è una maturazion­e tra le forze parlamenta­ri mi pare improprio che il governo imponga delle soluzioni».

Popolare di Bari

Lo Stato interviene e fa di necessità virtù per mettere in sicurezza il risparmio dei cittadini. In prospettiv­a non escludiamo una soluzione di mercato. Non ho interloqui­to con nessun vertice della banca

Libia

Se creiamo una pressione politica forte e una intensa attività diplomatic­a, le parti in conflitto si convincono che non c’è una soluzione armata del conflitto a portata di mano

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Conte annuncia modifiche ai decreti sicurezza e racconta balle sull’immigrazio­ne Matteo Salvini
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Orgogliosi per le nomine di Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi per Scuola e Università
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Giusti e condivisib­ili gli obiettivi del governo indicati da Conte. E autorevoli i due nuovi ministri Nicola Zingaretti
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Zero soldi per due poltrone: un capolavoro Questo governo prima va a casa e meglio è Giorgia Meloni

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