Corriere della Sera

Coppa del Mondo di sci

Paris, super jet azzurro Re di Bormio per sei volte

- Di Daniele Dallera e Flavio Vanetti

La doppietta L’azzurro si ripete, sesto centro a Bormio, il quinto in discesa

L’uomo volante delle BORMIO nevi ha un sussulto quando è già tempo di festeggiar­e la sua confermata imbattibil­ità sulla Stelvio, la pista che per lui è ormai sinonimo di dominio. Che cosa diavolo combina — deve aver pensato Dominik Paris nell’angolo riservato al leader della gara — questo Urs Kryenbuehe­l, classe 1994, uno svizzero non ancora entrato nei radar dello sci che conta eppure velocissim­o nonostante un pettorale di seconda fascia, il numero 25? Combina che vuole andare a prendersi il 6° scalpo di Superdomme a Bormio, il 5° in discesa: distacchi contenuti, linee belle e incisive, poi gli ultimi intertempi «verdi». Un brivido. «Sì, mi ha fatto sudare e tremare», ammetterà il nostro campioniss­imo.

Là dove avevano mancato il colpo i grandi avversari — da Feuz che era ancora secondo prima dell’avvento del connaziona­le; a Kilde, a Mayer, a Kriechmayr battuti più o meno nettamente; a chi è stato di nuovo umiliato, parliamo di Jansrud; a chi si è fatto male di brutto, come il grande veterano Reichelt, portato in elicottero all’ospedale con il ginocchio destro rotto — quasi ci riesce questo ragazzo che sotto la scorza dell’outsider deve avere delle qualità, perché su questo tracciato spaccagamb­e non si può barare. Alla fine sono solo 8 i centesimi che gli mancano per mandare di traverso la giornata a Domme. Ma Paris lo deve ringraziar­e. Dominik di suo si è preso il primato provvisori­o nella Coppa del Mondo generale (era dal 2007, con Peter Fill, che un italiano non andava al comando), ma Urs gli ha donato, relegando Feuz al terzo posto, il pettorale rosso di leader della discesa. E qui le domande sono inevitabil­i. Dominik, vogliamo pensare se non alla «coppona» almeno alla «coppetta»? Un ghigno dei suoi, quindi la dichiarazi­one. Sincera e non furba, perché lui è così: «È presto per parlare di classifich­e. Meglio

pensare, e parlare, delle singole gare. E delle vittorie».

Eccoci allora a descrivere la quinta prodezza consecutiv­a di colui che dal 2017 è imbattuto sulla Stelvio: 4 centri in libera, 1 in superg. E come l’anno scorso, è doppietta. Si aggiornano così i numeri personali (18° successo in Coppa) e quelli dell’italia, che con gli uomini arriva a 189 primi posti. «Il mio merito? Averci creduto fino in fondo, non era facile ripetersi: due discese in 24 ore ti ammazzano, la stanchezza si è fatta sentire già sul salto di San Pietro. E poi il vento: una noia, disturbava, faceva sbattere gli sci. Kryenbuehe­l ha potuto sfruttare (anche per il lungo stop determinat­o dall’incidente di Reichelt, ndr) una luce migliore alla Carcentina. Insomma, alla fine la fortuna mi aiutato e mi ha lasciato quel vantaggio minimo». Dopo le chiavi di Bormio, Domme ha ricevuto anche la fascia tricolore, in quanto cittadino onorario. Però esaurita la sbornia dei trionfi e dei riconoscim­enti in Valtellina, è necessario allargare il perimetro del dominio. È in arrivo, con l’anno nuovo, il periodo delle grandi classiche. Ma la prima di queste è quella Wengen con cui Paris ha sempre litigato, in particolar­e con la stradina della Kernen esse. Vogliamo fare pace una volta per tutte? «Ci provo pure quest’anno. Ma se non ce la faccio, vado su con la scavatrice…».

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