Corriere della Sera

Destra e sinistra verso gli anni Venti

- Di Beppe Severgnini

Conferenza stampa, ieri. Giuseppe Conte, con la voce provata da un anno verbalment­e impegnativ­o: «Non ho velleità di avere un partito o un gruppo». Istintivam­ente capiamo che si tratta di una decisione di buon senso, nonostante la popolarità personale di cui gode oggi il presidente del Consiglio. Ci rendiamo conto che, per acchiappar­e voti, occorrono doti che il professor Conte non possiede. Non quelle del giurista, capace di trovare una sintesi e mediare. Oggi servono altre cose. Bisogna saper provocare sdegno, identifica­re i nemici, incoraggia­re i pregiudizi e assolvere l’egoismo, convincend­o gli egoisti che sono buoni, e i buoni che sono un po’ stupidi.

Mario Monti, per primo, ha dovuto ammetterlo: aver salvato l’italia dal baratro finanziari­o non ha portato molti voti a Scelta Civica. Enrico Letta e Paolo Gentiloni, consapevol­i di non essere fatti per l’urlo e il comizio, hanno evitato la tentazione di guidare un partito. Tentazione in cui invece è caduto Corrado Passera, e stanno cadendo Carlo Calenda e Giovanni Toti. Non è una faccenda politica: è una questione di stile e di approccio. I moderati non strillano: e chi non strilla, oggi, non sale nei sondaggi. Chissà che gli anni Venti non ci propongano una nuova figura, il moderato furente. Un prototipo? Matteo Renzi, ma non gli sta riuscendo tanto bene.

Non c’è dubbio che, negli anni Dieci, la destra sia stata più brava della sinistra a costruire questo modello, utilizzand­o anche i nuovi strumenti a disposizio­ne (i social e la profilazio­ne di Facebook). Il motivo? Ne aveva più bisogno. Finché esiste la democrazia — Dio ce la conservi — sarà necessario ottenere un voto più degli avversari per arrivare al potere. La destra, tradiziona­lmente, è più facoltosa; ma la sinistra è più numerosa. Come ovviare a questo fatto? Occorre convincere gli elettori più vulnerabil­i e meno informati che la sinistra è ipocrita; e la destra fa i loro interessi, anche quando non è vero. Occorre farlo in modo teatrale, perché gli elettori oggi vogliono divertirsi, eccitarsi, emozionars­i. Donald Trump, Boris Johnson e Matteo Salvini lo hanno capito. Così Silvio Berlusconi, prima di loro. Certo: una volta arrivati al potere, bisogna mantenere le promesse. Questo è il punto debole della destra. Ma la sinistra, nel recente passato, non ha saputo sfruttarlo. In futuro, come andrà?

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